8 Febbraio 2025
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Alcuni anni fa le nostre reazioni di fronte alle previsioni del tempo erano prevalentemente due: contentezza o delusione.

Una delle nostre abitudini più comuni è informarsi sulle previsioni del tempo. 

La televisione, il web, i giornali, insomma tutti i media hanno le loro seguitissime rubriche delle previsioni del tempo. La scienza della meteorologia è una scienza nuova che, grazie ai computer, si è sviluppata in modo incredibile e ci permette di essere informati su periodi sempre più lunghi e con sempre maggiore precisione.

Alcuni anni fa le nostre reazioni di fronte alle previsioni del tempo erano prevalentemente due: contentezza o delusione. Era contento chi con il bel tempo poteva fare la sua gita programmata, era contento il contadino quando si prevedeva pioggia che avrebbe fatto del bene alla sua campagna, chi amava il caldo era felice di vestirsi in modo più leggero e via dicendo. Insomma il clima era visto come un aspetto della natura che si accettava proprio perché naturale e immodificabile.

È stato così per migliaia e migliaia di anni. Nel tempo milioni di uomini sono stati inermi testimoni dei più svariati eventi climatici che hanno terrorizzato i nostri progenitori e a volte hanno distrutto civiltà consolidate. Alcuni di questi eventi hanno impresso svolte drammatiche al corso della storia. 

La spaventosa siccità che spinse milioni di abitanti dell’Asia a muoversi verso i confini dell’Impero Romano, accelerò la caduta della più grande potenza militare e politica dell’epoca. L’eruzione del vulcano islandese Laki del 1783/1784 fu così catastrofica che provocò non solo morte e distruzione in Islanda, ma le sue nubi tossiche arrivate anche in Inghilterra, Scandinavia, Francia e resto d’Europa scatenarono una serie di anomalie climatiche, con violente alternanze di caldo, freddo, nebbia, pioggia e grandine, che causarono la distruzione della produzione agricola, con conseguente aumento dei poveri e del malcontento popolare: fattori scatenanti della rivoluzione francese del 1789.

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Ma da qualche anno guardiamo le previsioni del tempo con occhi diversi. Il problema non è più se dobbiamo o meno prendere l’ombrello o se dobbiamo vestirci in modo più leggero o più pesante. Il problema è che ormai sappiamo che se il tempo è così è per colpa nostra.

Oggi noi non siamo, come i nostri progenitori, testimoni innocenti dei cambiamenti climatici. Siamo responsabili di quello che accade. Siamo tecnologicamente evoluti per capire che siamo colpevoli dei radicali mutamenti del clima. 

Siamo consapevoli che dobbiamo drasticamente cambiare il nostro modo di abitare questa Terra, eppure continuiamo a seguire il nostro modello di vita ignorando i chiari segnali di pericolo che la natura ci manda.

La situazione è grave. Nel passato gli eventi climatici catastrofici dovuti a cause naturali colpivano aree delimitate della terra, causando morti e distruggendo anche imperi e civiltà. Oggi il problema è diverso: le conseguenze sono su scala globale. Nessuna nazione può sentirsi al sicuro. Il caldo, la siccità, gli incendi, lo scioglimento della calotta polare, le alluvioni, l’innalzamento dei mari: tutti problemi che hanno bisogno di soluzioni comuni, di politiche internazionali.  Soltanto così ci salveremo.

 Che tempo farà domani dipenderà da noi.

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