
Sono stato insegnante di italiano per stranieri adulti per molti anni e fra le tante esperienze e i tanti ricordi ce n’è uno che mi riporta con la mente all’inizio di ogni corso. È il volto degli studenti all’inizio della prima lezione. La bocca e gli occhi sorridevano e comunicavano quello che avevano nel cuore: “Sono felice, sono qui a coronare un sogno: imparare una lingua che amo”. Difficile da dimenticare.
Se ho usato parole come “felice, “sogno”, “amore”, “emozione” per cercare di far capire una mia passata esperienza, non potevo certo perdermi il “Seminario Internazionale per insegnanti di lingua”, organizzato dalla scuola Dilit, che si è svolto a Roma il 17 maggio di quest’anno. Il titolo era “Esprimere l’inespresso. Emozioni e linguaggio”. Dopo una breve introduzione tutti i partecipanti sono stai invitati ad alzarsi ed eseguire dei movimenti accompagnati da una musica rilassante. Era il prologo di quattro laboratori in cui sono state presentate idee e tecniche didattiche che avevano la finalità di suscitare emozioni e sensazioni utili a creare un ambiente favorevole all’apprendimento. I partecipanti hanno praticato, sperimentato e vissuto in prima persona, come fossero studenti, esperienze nuove e situazioni ricche di spunti utili all’insegnamento. In plenum, alla fine, c’è stata la relazione finale di Susanna Andrei, responsabile del Dipartimento di Formazione. Qui di seguito una sintesi della relazione.
Approfonditi studi scientifici e teorie linguistiche illuminanti messe in atto in comportamenti didattici confermano la validità del cammino intrapreso qualche decennio fa, grazie soprattutto agli insegnanti della scuola Dilit guidati da Christopher Humphris. Lo sviluppo della metodologia in questa scuola corre veloce, a garanzia di una qualità dell’insegnamento di livello molto alto.
Psicologi, neuroscienziati e linguisti citati nell’intervento di Susanna Andrei ci hanno spiegato l’importanza dello stato mentale nell’apprendimento. Teorie e studi che verificano e supportano razionalmente ciò che viene esposto in modo chiaro nell’apertura della relazione: ”Credo sia capitato a tutti svolgendo attività varie di perdere completamente la nozione del tempo, di provare benessere e piacere nel compierle tanto da sentirci in quel momento talmente assorbiti da ciò che stiamo facendo da dimenticare le preoccupazioni quotidiane o qualsiasi altra distrazione che possa creare disordine mentale e dispendio di energie, e questo perché ogni molecola del nostro corpo e della nostra mente è orientata solo a vivere quell’esperienza.”
Tra gli altri è stato citato Watzlawick, noto per il suo famoso assioma: “Non si può non comunicare”, nel senso che la comunicazione è inevitabile e che ogni comportamento, anche se non intenzionale, può essere interpretato come un messaggio comunicativo. Il grande studioso della pragmatica della comunicazione umana e delle teorie del cambiamento sosteneva che ci sono due tipi di comunicazione. Una, chiamata “digitale”, usa le parole, trasmette informazioni e parla al cervello. L’altra, chiamata “analogica”, “…fa sentire. Usa sì le parole, ma anche il linguaggio del corpo, il tono della voce, i segnali non verbali, i gesti, le espressioni del viso, che non servono a spiegare, ma a suscitare emozioni… Parla al cuore…Una non è migliore dell’altra. È la combinazione delle due che rende la comunicazione completa e comprensibile al di là delle singole parole.”
È molto chiaro il messaggio che la relatrice, vuole trasmetterci: “Dietro le parole, c’è una complessità che va oltre quello che ascoltiamo. E i nostri studenti devono imparare a percepirla. Prendiamo due parole: ti odio. Se le pronunciamo con un tono di voce alto, con il corpo teso e gli occhi fissi queste parole susciteranno in chi le riceve un certo tipo di reazione. Ma se le pronunciamo con una postura morbida, un tono di voce suadente e gli occhi languidi e ammiccanti, scateneranno, si spera, tutt’altra reazione.”
A chiusura della relazione Susanna Andrei esprime una valutazione netta e decisa riguardo all’Intelligenza Artificiale:” L’IA è potente ma non ispira, non ha intuito, non sa motivare le persone, non sa creare le condizioni per far sì che i nostri studenti continuino a vivere il loro sogno.” Argomento vasto e attualissimo che accende vivaci dibattiti e accese discussioni.
Il lungo applauso alla fine della relazione testimonia il gradimento e l’interesse verso i temi trattati.