23 Maggio 2025
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Nei ritratti di Raffaello troviamo sempre una perfetta armonia tra l'attenzione alla fisionomia e la delicatezza dell'introspezione psicologica.

Nei ritratti di Raffaello troviamo sempre una perfetta armonia tra l’attenzione alla fisionomia e la delicatezza dell’introspezione psicologica. Una ricerca, quella del pittore rinascimentale, che passa attraverso una pittura chiara, armoniosa e attenta ai dettagli. Osserviamo alcuni ritratti di Raffaello per scoprire come alcuni dettagli dei gioielli rappresentati ci parlino delle persone ritratte.

Nel ritratto di Maddalena Strozzi (1506), il gioiello che l’aristocratica porta al collo è più di una semplice decorazione, è una dichiarazione di intenti: il rubino è simbolo della carità, lo smeraldo è la pietra legata a Venere, simbolo di bellezza, e lo zaffiro simboleggia la fede. L’unicorno in alto che abbraccia lo smeraldo è l’allegoria della virtù della castità: quindi la bellezza può esistere solo se accompagnata dalla castità. Infine la perla bianca ribadisce il senso della casta purezza.

Chi ha bisogno di un ritratto quando un solo gioiello può raccontare tutte queste caratteristiche di una persona? Infatti questo pendente che fa da punto centrale del quadro risponde all’ideale di eleganza umanistica: valorizzare con naturalezza e senza eccessi la bellezza esteriore e interiore della persona rappresentata.

Un altro quadro che presenta un monile simile è quello della Dama della Galleria Borghese (1506).

Infatti la giovane ritratta presenta un pendente con un grande rubino al centro, simbolo di carità e una perla che nuovamente ribadisce la castità della giovane. È curioso come questa volta l’unicorno non sia inserito nel gioiello, ma come “animale di compagnia” della ragazza, che presenta tutti gli attributi di una giovane promessa sposa, con tutta l’eleganza e la studiata semplicità della bellezza rinascimentale. Completa il suo ritratto la cintura d’oro, richiamo evidente alla pudicizia.  

La Fornarina e la Velata (1518-1520) hanno sempre generato numerose letture e interpretazioni, ma quello che qui più ci interessa è osservare come entrambe abbiano tra i capelli lo stesso gioiello che decora l’acconciatura: un rubino, una perla e un diamante, simbolo della forza. Il monile spicca sui suoi capelli neri, creando un punto luce che attira l’attenzione dello spettatore. Alcuni storici hanno addirittura ipotizzato che la presenza della perla sia un riferimento al nome della ragazza, visto che il nome latino della perla è margarita e la ragazza ritratta si crede che sia Margherita Luti. Infine, al braccio della Fornarina spicca un’armilla (un bracciale che va sul braccio) in blu e oro che porta la firma del pittore (RAPHAEL URBINAS). Un prezioso gioiello che arricchisce il sensuale ritratto di quella che tradizionalmente viene riconosciuta come una delle amanti di Raffaello.

Finiamo questo viaggio attraverso i gioielli nei quadri di Raffaello con il Ritratto di Elisabetta Gonzaga (1507) e il suo misterioso ferronière (nastro o catenella con gioiello che cinge la fronte) a forma di scorpione.

Lo stesso Baldassarre Castiglione nel suo libro Il Cortegiano ricorda nelle proprietà della duchessa un monile simile, ma ci si è sempre interrogati sul suo significato. Ê possibile che sia un richiamo al segno zodiacale che era legato alla fecondità (fattore importante data la sterilità del marito) quindi esibito come talismano di fertilità, o forse uno stemma araldico legato alla famiglia Gonzaga.

Ancora non sappiamo con certezza a cosa faccia riferimento, ma sicuramente è uno degli indizi più intriganti sulla vita e personalità di Elisabetta Gonzaga.