Splendida Calabria✍

Il 16 agosto 1972 un giovane chimico con l’hobby della pesca subacquea, durante un’immersione nelle acque di Riace, piccolo comune della Calabria, vede il braccio di una statua spuntare dalla sabbia, a circa 8 metri di profondità. Soltanto cinque giorni dopo il ritrovamento, Carabinieri ed esperti della Soprintendenza alle Belle Arti tirano fuori, delicatamente, due statue di bronzo, che, in mezzo ad una folla di curiosi in costume da bagno, vengono adagiate su un camioncino dei carabinieri e portate via.  Inizia così la storia di uno dei più affascinanti ritrovamenti archeologici degli ultimi cinquant’anni: i Bronzi di Riace. Due statue di bronzo, risalenti al 450 a.C., praticamente intatte. Dopo alcuni restauri eseguiti a Firenze sono tornati in Calabria. Ogni anno, nel Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, questi due enigmatici e bellissimi uomini del passato sembrano fissare con nobile distacco le migliaia di visitatori che li ammirano con stupore.

Per vedere i Bronzi i turisti devono attraversare tutta la regione fino a Reggio.

Rispetto ad altre regioni, la Calabria, per dimensione e numero di abitanti, è piccola, ma in italiano si dice: “Nella botte piccola c’è il vino buono.” È una metafora per attribuire ad una cosa o ad una persona piccola e minuta grandi doti e qualità, non visibili immediatamente. E la Calabria ha molto “vino buono”, ha molti altri ‘tesori’ da esibire.

Gli scavi archeologici, le tantissime chiese, i monumentali castelli disseminati sul territorio, i borghi intatti da secoli sono tutte testimonianze che i greci, i romani, i bizantini, i normanni, gli aragonesi ci hanno lasciato in Calabria: un patrimonio artistico eccezionale per varietà e ricchezza.

La Calabria è un concentrato delle meraviglie italiane: quasi 800 chilometri di coste incontaminate e montagne che arrivano oltre i 2000 metri. Le spiagge bianchissime o le coste rocciose a picco su un mare trasparente non hanno niente da invidiare ai mari caraibici. 

Il panorama naturalistico della Calabria presenta la caratteristica sorprendente di essere bagnata da due mari, il Tirreno e lo Ionio, e di avere il 40% del territorio montuoso: una conformazione geografica che permette di passare da paesaggi marini a montagne, foreste e laghetti di tipo alpino anche in un’ora.

La natura e l’arte non sono i soli “gioielli” di questa regione.

È difficile per una regione, in un paese come l’Italia, distinguersi e avere un primato in materia di gastronomia. Le specialità e le eccellenze gastronomiche di tutte le regioni italiane compongono un panorama di delizie che il mondo ci invidia. Una classifica di queste eccellenze nazionali sarebbe impossibile da stilare.

La Calabria però può vantare nella gastronomia una varietà e una biodiversità incredibili. Alcuni esempi, ormai di fama internazionale: la nduja, un salume morbido e piccante, il caciocavallo silano, formaggio dal sapore aromatico da ‘giovane’ e dal sapore più deciso e piccante quando è più stagionato, la cipolla di Tropea, già conosciuta dai Romani sia per le sue caratteristiche alimentari sia per i benefici salutari, la liquirizia, che ha ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento di denominazione di origine protetta (DOP), ecc. ecc. ecc.

E i calabresi?

I calabresi sono i discendenti degli Itali, popolazione che abitava quei luoghi secoli prima della nascita di Cristo. Sono stati quindi  i primi italiani ad essere stati chiamati così. Chiunque conosca veramente gli italiani sa dunque apprezzare, al di là dei problemi sociali ed economici che ancora affliggono questa splendida regione, le qualità umane dei calabresi.

Cesare Pavese, uno dei più grandi scrittori italiani del 900, piemontese e dunque immune dall’accusa di campanilismo, ha detto: “La gente di questi paesi è di un tatto e di una cortesia che hanno una sola spiegazione: qui una volta la civiltà era greca”. 

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