Leggere un giallo

Mi piace leggere. In passato alternavo la lettura di romanzi e saggi con dei libri gialli. Come se la lettura dei gialli fosse una “pausa” prima di prendere in mano un nuovo romanzo o un nuovo saggio, insomma un libro di una categoria superiore.

L’incontro con alcuni scrittori, Camilleri e Carofiglio in testa, hanno di fatto mandato all’aria quell’alternanza già da molti anni. Se una storia è scritta bene è buona letteratura, a prescindere dal tipo di storia narrata.

Ho avuto una conferma di questa mia personale convinzione leggendo Davide Longo.

Ho letto quattro dei suoi libri che costituiscono una quadrilogia, dove troviamo alle prese con vari delitti la stessa coppia di investigatori.

Devo ammettere che più delle trame, comunque originali e avvincenti, mi ha colpito la scrittura, lo stile.

È opinione diffusa che nei libri gialli le descrizioni siano da evitare, perché rallentano l’azione e allontanano la fine dell’enigma che tanto interessa il lettore. Dunque perché rischiare di scrivere paragrafi che saranno letti in fretta o addirittura saltati.

I libri di Longo smentiscono questa tesi.

Prendo in considerazione il primo libro della quadrilogia. Il titolo è “Il caso Bramard”. Non scriverò una sola parola riguardo alla trama, che tiene comunque il lettore incatenato al libro fino all’ultima pagina.

Mi hanno colpito le descrizioni, le metafore che l’autore dissemina lungo il libro. Sono folgoranti. Altro che rallentamento… ti viene voglia di sottolineare, di fare le orecchie alla pagina per potere in seguito riaprire il libro e rileggere quella pagina.

Descrive natura ed eventi climatici con similitudini e prospettive che lasciano incantati. Un paio di esempi:

  • Fuori pioveva come piove d’autunno, stancamente e senza pentimento, fregandosene dei primi di giugno e delle due settimane alla fine della scuola.
  • Era un cielo oceanico, quasi maestoso, quello che gravava su di loro, e la città sembrava guardarlo dal basso incredula, con le finestre e i balconi aperti.

Le atmosfere dei luoghi in cui si svolgono le azioni sembrano prodotte da un’immersiva, lenta e inesorabile ripresa cinematografica. Qualche esempio:

  • L’aria complessiva era quella di un luogo dove la vita aveva fatto scalo per poi dirigersi altrove.
  • Nei bicchieri, un liquore di genziana che rallentava i pomeriggi.

Ma forse il meglio di sé l’autore lo dà nelle descrizioni dei personaggi. L’intelligenza, la stupidità, la dolcezza, la fragilità, la ferocia, l’ignoranza, l’eleganza, la bellezza, la bruttezza…insomma tutto quello che può caratterizzare una persona viene con fulminea efficacia cristallizzato in poche parole, lasciando il lettore spiazzato (e divertito). Qualche esempio: 

  • Si sporse nel corridoio un omuncolo esile come un castello di carte.
  • Sebbene calvo, aveva una striscia di capelli attorno alla nuca come uno sgabello sbrindellato.
  • Una di quelle facce che noti sulle scale o in un negozio solo in una giornata in cui ti fanno male i denti.
  • Sebbene i suoi passi fossero lenti, la brevità delle gambe toglieva loro qualsiasi solennità.

Buona lettura!*

*Avvertenza!!! Effetti collaterali: un’altissima percentuale di lettori dopo aver finito di leggere questo libro è corso in libreria e ha comprato gli altri tre libri della quadrilogia.

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