8 Febbraio 2025
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Marcello Mastroianni ha cominciato a lavorare nel cinema all'età di 14 anni.

Marcello Mastroianni ha amato il cinema fin da piccolo. 

Grazie ad alcuni amici di famiglia frequenta Cinecittà e guadagna un po’ di soldi facendo la comparsa già a 14 anni. Dopo il diploma si iscrive all’università, più per frequentare il CUT (Centro Teatrale Universitario) che per studiare. 

Non era facile la vita nell’immediato dopoguerra. 

Ottiene piccoli ruoli nei teatri romani e si fa notare per il suo talento, ma deve sempre svolgere altri lavori per mantenersi. Nel 1946 arriva la prima grande occasione della sua vita: viene scritturato nella compagnia teatrale di Luchino Visconti.

Nessuna Accademia di Recitazione, ma 10 anni di teatro con Visconti. Fare teatro da giovane con Visconti si può paragonare solo all’apprendistato nella cucina del più rinomato ristorante del mondo, avendo come insegnante un cuoco fra i migliori dell’universo gastronomico.

Ma Mastroianni non dimentica il suo primo amore, il cinema.

Continua infatti a lavorare in molti film anche durante la sua attività teatrale, spesso girando scene il giorno e recitando a teatro la sera. Negli anni 50, grazie al suo talento, la sua bellezza, la sua straordinaria fotogenia e la sua naturale simpatia, la sua popolarità cresce molto e si afferma nel cinema come uno dei protagonisti della cosiddetta commedia all’italiana.

Ma nel 1960 si presenta a Mastroianni la seconda, grande occasione della sua vita. L’incontro con Fellini e la sua interpretazione nel film “La dolce vita”. Il successo travolgente del film, su scala mondiale, rappresenta per Mastroianni un vero e proprio salto di qualità: non più soltanto l’attore italiano bravo e famoso nelle commedie italiane, ma un grande interprete ormai di caratura internazionale, capace di interpretare ruoli molto diversi e impegnativi.

Ne è testimonianza la stima che riceve da grandi registi di varie nazionalità che gli affidano parti di protagonista nei loro film. Diventa l’attore italiano più conosciuto (e pagato) nel mondo.

Mastroianni è stato sicuramente un uomo fortunato. Ha avuto fama e denaro, simpatico agli uomini e affascinante per le donne. Ma lui pensava che la ragione principale della sua fortuna fosse un’altra. Ha detto una volta: ““Il mestiere dell’attore io lo vivo come un gioco meraviglioso. Recitare è quasi meglio che fare l’amore perché è inebriante assumere sembianze, atteggiamenti e psicologie di qualche altro. È quello che fanno i bambini. È il gioco più antico. È il primo gioco che inventiamo quando facciamo finta che tu il poliziotto, io il gangster. Io mi nascondo lì, tu fai così. E uno ci crede”.

Per quanto riguarda la sua fama di latin lover, lui ha sempre detestato questa ‘etichetta’. Non è un caso che nella sua carriera abbia accettato di interpretare spesso personaggi poco virili e molto lontani dal prototipo del latin lover. Niente da fare. Nonostante lui abbia affermato che “Ci sono dei geometri che hanno avuto più storie di me”, nonostante le straordinarie interpretazioni di uomini ‘ordinari’, nell’immaginario collettivo la scena di Mastroianni e Anita Ekberg dentro la Fontana di Trevi o i film insieme a Sophia Loren hanno consegnato alla storia del cinema l’immagine del ‘bel Marcello’ dal fascino irresistibile.

Piccola nota linguistica: dopo “La dolce vita” i fotografi che danno la ‘caccia’ alle star famose saranno chiamati “paparazzi” e il maglione a collo alto, indossato da Mastroianni, sarà chiamato “alla dolce vita”.

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Federico Fellini, Marcello Mastroianni e Sophia Loren

Attività

VERBI, PASSATO REMOTO

Livello avanzato

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