L’arte contro il caldo
Volete fare una passeggiata all’ombra, con una temperatura di 20 gradi, con il dolce sciabordio di un ruscello, mentre ammirate i monumenti e la storia di Roma? Potete farlo anche quando a Roma ci sono 40 gradi, a trecento metri dal Colosseo, nella Basilica di San Clemente.
Quando nel 1857 padre Joseph Mullooly comincia gli scavi sotto la Basilica di San Clemente, nessuno poteva immaginare che l’iniziativa del priore e archeologo domenicano irlandese avrebbe portato alla luce uno dei luoghi più straordinari di Roma. Infatti all’epoca di padre Mullooly la Basilica di San Clemente era così come la possiamo vedere ora quando entriamo nella chiesa di via San Giovanni in Laterano. Una chiesa del XII secolo, con il suo meraviglioso pavimento cosmatesco (piccoli tasselli colorati di marmo bianco, porfido rosso e verde serpentino) e con il mosaico dorato dell’abside che illumina la navata.
Ma se andiamo verso la navata destra, possiamo cominciare a viaggiare nel tempo perché scendendo le scale entreremo in un’altra epoca, in un’altra basilica: quella che era stata costruita nel IV secolo, di cui si era persa memoria perché riempita di pietrame fino all’altezza delle colonne per costruire la basilica del 1100. Camminando tra le fresche navate della basilica antica, possiamo ancora ammirare molti degli affreschi che la decoravano. Il più famoso racconta la storia di San Clemente e il momento in cui il patrizio Sisinnio ordina ai suoi servi di catturare e trascinare via il santo, ma per miracolo si confondono e cominciano a trascinare una colonna pesantissima. Il particolare più divertente è che la scena è dipinta come se fosse un fumetto, con le frasi che pronunciano i personaggi, ma non in latino, bensì in volgare, la lingua derivata dal latino che veniva usata quotidianamente dal popolo. Con tanto di imprecazione di Sisinnio (a destra) che grida ai suoi servi “Fili de le pute”! Sarà stato anche un ricco patrizio, ma di certo non un signore dall’elegante eloquio…
Se scendiamo nuovamente le scale, viaggeremo di nuovo attraverso i secoli e ci troveremo in una serie di costruzioni romane del I secolo, e in particolare in un mitreo, cioè un piccolo tempio dedicato al dio Mitra.
Siamo ad una ventina di metri al di sotto del livello attuale della strada, ed anche questi erano edifici costruiti sopra quelli che andarono distrutti dopo l’incendio dell’anno 64, il famigerato incendio di Nerone. Se mentre passeggiate tra una sala e l’altra sentite scrosciare dell’acqua, non state sognando: è un ruscello sotterraneo che venne canalizzato nel 1912.
Una volta riemersi dalla pancia della Basilica, potete continuare la ricerca delle temperature più fresche facendo un giro tra gli alberi della vicina Villa Celimontana.