
Sono sempre più numerose nei musei le mostre cosiddette ‘multimediali immersive’, cioè mostre dove il visitatore non trova quadri originali da ammirare, ma, camminando lungo un percorso indicato, vive delle esperienze sensoriali suscitate da immagini digitali delle opere d’arte (o altro), luci e musica di sottofondo.
La visita al borgo marchigiano di Torre di Palme, sulla costa adriatica, non è multimediale, ma molto, molto immersiva. Certo, se visitate il borgo con gli auricolari che vi sparano nelle orecchie la vostra musica preferita la visita diventa anche multimediale, ma vi perdete un’attrattiva del posto, cioè il silenzio delle stradine e del panorama.
Un’avvertenza prima di cominciare: potreste rimanere vittime della sindrome “Corea del Nord”, il paese dove fanno vedere ai turisti una realtà non vera, posticcia, ad uso e consumo dei visitatori. Per superarla basta fermarsi ad un bar e parlare con qualcuno che non sia un turista: dalle sue parole traspare l’orgoglio e la consapevolezza di abitare un luogo delizioso.
Cominciamo la visita.
Il viale che attraversa il borgo è lungo 350 metri (controllato su Google Map) e se tenete gli occhi chiusi potete percorrerlo in 5 minuti. Con gli occhi aperti ci metterete molto di più, ma ne vale davvero la pena.
Una serie di piccoli e stretti vicoli, tutti pulitissimi, ognuno dei quali da solo giustificherebbe la visita al borgo, vi costringerà a fermarvi spesso. Si ha l’impressione che ogni finestra parli con l’altra di fronte, sfidandosi con i colori dei fiori sul davanzale, un piccolo triciclo davanti a un adorabile portoncino, una bicicletta appoggiata al muro e una cucina che si intravede dietro la tenda di una finestrella ci confermano che stiamo guardando un posto dove vive della gente vera e il mare che si vede in fondo è davvero il mare. Non siete al Truman Show, è una reale meraviglia.
Ci sono poi i ristoranti, di varia grandezza, con terrazze che hanno una vista sul mare che riempie gli occhi di tenerezza. Se non controllate il desiderio di fotografare per portarvi via le immagini di quel mare che commuove, correte il rischio di far freddare i piatti che avete ordinato e sarebbe un peccato perché la qualità del cibo è all’altezza della bellezza del panorama.
Altre soste prima della fine del viale. Tre piccole chiese, corredo artistico d’obbligo per ogni centro abitato di questa regione. La più antica ha più di mille anni e tutte e tre offrono, oltre ai tesori d’arte che custodiscono, momenti di riposo e fresco riparo dalla calura o tregua dal vento che si incanala nei vicoli.
Ed eccoci, dopo almeno tre quarti d’ora, all’ultima emozione: il viale termina con uno slargo, un enorme balcone che si affaccia sul mare, una vista che include il Monte Conero, un promontorio distante una sessantina di chilometri e che sembra un enorme cagnone che si accuccia sulla riva del mare. Mozzafiato: questo è l’aggettivo migliore per descrivere il panorama.


Attività
VERBI E PREPOSIZIONI
Livello intermedio
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