
- Hai mai visitato la Tuscia?
- Qualcosa sì, di molto bello devo dire, Tarquinia, Cerveteri, ma molti anni fa.
- Tuscania?
- Mai andata. Bolsena solo di passaggio, ci siamo fermati solo per pranzare con pesce di lago.
- Civita di Bagnoregio?
- Sono anni che tutti mi dicono che devo visitare la città che muore, ma non ci sono mai stata, per via di quel ponte…
- Stai scherzando! Dobbiamo assolutamente andare.
Così categorici, disponibili e ospitali, i miei amici, che abitando più vicini ai luoghi da visitare, propongono di trasferirci da loro per due giorni e andare a scoprire luoghi che meritano.
La Tuscia è un territorio a nord di Roma, in provincia di Viterbo, che deve il suo nome agli Etruschi, chiamati Tusci dai romani (Tuscus, al singolare). Antico popolo da cui deriva anche il nome della regione Toscana, dove si espanse questa antica civiltà, e il nome della cittadina che visitiamo per prima, Tuscania.
Due splendide chiese ci attendono. La basilica di S. Pietro, XI secolo, situata nel punto più alto del monte e per questo affiancata da una torre di avvistamento, ti accoglie in un cortile ampio, erboso, e una facciata che ti cattura e ti lascia ad ammirare la molteplicità dei particolari decorativi, l’armonia dello stile romanico, la bellezza del rosone. La guida del posto dice che il rosone andò in mille pezzi a causa del terremoto del 1971 e che fu ricostruito con grande perizia e pazienza. Entrando siamo accolti da tre navate, un pavimento con cosmatesche, cioè decorato con mosaici di marmi differenti a disegnare figure geometriche, principalmente di forma circolare. Siamo stupefatti per lo stato di conservazione e la sensazione di pace che suscita mentre scopriamo affreschi e scendiamo nella cripta. Ben 19 sono i film che registi come Pasolini, Cavani, Monicelli, Zeffirelli, Tarkovskij, solo per citarne alcuni, hanno scelto di girare in questa bellissima basilica.
Tocca corde profonde anche la visita alla Chiesa di S. Maria Maggiore, appena scesi più in basso, nonostante le impalcature metalliche di sostegno.
Il territorio è cosparso di necropoli rupestri.
La piazza del paese ha un muro su cui statue sdraiate, come quelle sopra i più famosi sarcofagi etruschi, osservano la vita e il panorama con serenità e benevolenza. A Tuscania non mancano giardini e panchine che invitano a fermarsi e ammirare i dintorni, o a esplorare il proprio paesaggio interiore dagli scalini di un teatro circolare, nel bel mezzo di un prato verde con alle spalle una fontana silenziosa. Niente di meglio prima di pranzare in un ottimo ristorante sotto il sole primaverile ancora amico.
Dopo pranzo arriviamo alla sponda sud del lago Di Bolsena, il lago di origine vulcanica più grande d’Europa e passeggiamo per i borghi di Marta e Capodimonte. Un signore molto gentile ci passa accanto mentre tentiamo di dare il nome giusto alle due piccole isole in mezzo al lago e ci aiuta a distinguerle. Scopriamo che è il castellano, il proprietario del castello Farnese di Capodimonte, con cui conversiamo piacevolmente per una buona ventina di minuti.
Il giorno dopo la prima meta è Civita di Bagnoregio. Dalla foto di copertina si capisce perchè è uno dei borghi più belli d’Italia, perché il regista giapponese Miyazaki ha tratto da Civita l’ispirazione per il suo film di animazione La città nel cielo e forse si può anche capire la mia ansia di percorrere quel ponte per arrivarci. Il ponte può essere percorso soltanto a piedi. Supero la “prova vertigini” camminando al centro, con mio marito che mi prende sottobraccio a sinistra e la mia amica a destra. Arrivata all’ingresso del borgo mi assale l’emozione: ce l’ho fatta, e quello che mi accoglie è un paese da favola.
Civita fu fondata dagli etruschi 2500 anni fa. Viene detta la città che muore perché si basa su strati di materiali soggetti a erosione, soprattutto l’argilla marina, poi tufo e pietra lavica. Gli ultimi due elementi sono il risultato di antiche eruzioni vulcaniche. Le case di tufo con il loro colore si inseriscono nella natura che circonda il paese e la loro forma antica e semplice genera benessere e piacere per tutto il tempo della visita; ogni piccola via ha un angolo e uno scorcio pieni di poesia. Dalla foto di copertina si può anche capire come il panorama sulla valle dei calanchi, a destra, sia incredibilmente suggestivo. Gli abitanti attualmente non superano la decina.
Lasciata Civita carichi di emozioni andiamo a Bolsena, cittadina sulla riva nord-est del lago. Oltre alla Rocca risalente all’anno Mille ci è piaciuto ammirare il lavoro di maestri vetrai che realizzano vetrate artistiche in una bottega storica. La passeggiata sul lungolago con i suoi colori cangianti al tramonto, con la pace che davano le onde calme e leggere non poteva essere migliore conclusione di una bellissima esperienza. Con la dolcezza del lago ancora negli occhi torniamo soddisfatti, ricchi di cose belle e grati ai nostri amici che ci hanno portato a scoprirle.