8 Luglio 2025
virgoletteIM

Vorrei esprimere tutto il mio disappunto riguardo alle virgolette mimate. Mi riferisco a quell’ormai diffusa mimica effettuata muovendo l’indice e il medio delle due mani, piegati entrambi, per indicare questo segno: “ ”. 

È un gesto che si vede sempre più spesso, lo si usa per indicare che quello che si sta dicendo è ironico, oppure che si sta citando qualcun altro, sono parole di cui non ci si assume la responsabilità. Un gesto per me sgradevole, irritante e antipatico. Mi verrebbe voglia di afferrare quelle mani e abbassarle. Non ricordo più dove l’ho letto, ma qualcuno, anche lui irritato come me, proponeva di rispondere mimando tutti gli altri segni di punteggiatura mentre parlava a sua volta. Mi sembra un’ottima idea.

A mio parere è una dimostrazione chiara di povertà di linguaggio, la prova che non si hanno strumenti linguistici adeguati per essere ironici, riportare parole di altri o limitare la propria responsabilità su quanto si dice. 

Pensavo che questa sgradevole mania fosse una nostra invenzione e appartenesse al vasto campionario di gestualità che ci rende famosi nel mondo, in quanto si dice che gli italiani siano un popolo che gesticola molto quando parla. Ho invece scoperto che nel mondo anglosassone questa moda di comunicare dilaga, anzi pare che sia nata proprio in quella parte del mondo e chiamano le virgolette air quotes, virgolette aeree. La televisione e il cinema, dove attori e attrici non mancano di agitare le mani per ‘scrivere’ le air quotes, sono un formidabile motore che fa aumentare il numero di imitatori di questa pantomima. 

Ma torniamo in Italia.

Sul giornale Il Post, in un articolo a firma di Marco Rossari sulla punteggiatura, viene citata una frase del fondamentale libro “Prontuario di punteggiatura di A.M. Garavelli: “…in Francia, nel dopoguerra, quando si nominava l’acronimo del Partito Comunista Francese, P.C.F, la stampa di sinistra metteva la C fra virgolette, mentre la stampa di destra metteva la F fra virgolette.” Immaginiamo: una persona legge il giornale e non può usare le mani, dovendo tenere il giornale. Come si fa a rendere oralmente la presenza delle virgolette? Le soluzioni ci sono. Per esempio, la maniera più semplice è introdurre l’espressione da virgolettare con “fra virgolette”, o altre espressioni tipo “diciamo” o “per così dire”. Oppure, facendo un piccolo sforzo, fare una piccola pausa prima della parola da virgolettare, poi pronunciarla lentamente cambiando tono di voce. Se poi, pronunciando lentamente la parola virgolettata, guardate negli occhi l’interlocutore allora la potenza comunicativa della mimica è al massimo. Altro che air quotes. Un’ultima, piccola nota riguardo alla punteggiatura. Nella lingua scritta dei social succede qualcosa di analogo all’anarchia: un diluvio di punti esclamativi, interrogativi, maiuscole ed emoticon. A tale proposito vorrei citare questo pensiero: “Che è questo ingombro di lineette, di puntini, di spazietti, di punti ammirativi doppi e tripli, che so io? Sto a vedere che torna alla moda la scrittura geroglifica, e i sentimenti e le idee non si vogliono più scrivere ma rappresentare, e non sapendo significare le cose colle parole, le vorremmo dipingere e significare con segni.” L’autore è Giacomo Leopardi, il testo è “Zibaldone”, raccolta di appunti e riflessioni del grande poeta. È uno scritto dell’inizio dell’800. Che Leopardi sia stato un grandissimo poeta, filosofo, scrittore e filologo è risaputo. Che avesse anche doti di veggente?

Attività

VERBI, USI DELL’INDICATIVO E DEL CONGIUNTIVO

Livello avanzato

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