Sicilia, l’isola profumata
La Sicilia è una terra che ha fra i suoi simboli il profumo della zagara, il fiore degli agrumi che prosperano in questa terra baciata dal sole: l’arancio, il limone e il bergamotto.
Un’isola profumata che offre ai suoi abitanti e ai milioni di turisti che la visitano un paradiso naturale di coste e isole da mozzare il fiato. Una natura ammaliante che trasforma in attrattive irresistibili anche la presenza e la vitalità dei suoi celeberrimi e minacciosi vulcani: Etna, Vulcano e Stromboli.
1500 chilometri di costa, senza contare le isole minori: un vastissimo campionario di spiagge meravigliose che soddisfa i desideri di chiunque ami il mare. Le spiagge sabbiose dove si trovano eleganti stabilimenti con tradizione centenaria, come Mondello, a Palermo; la Spiaggia dei Conigli, a Lampedusa, sempre nelle prime posizioni nella classifica delle spiagge più belle del mondo; la spiaggia rocciosa di Scala dei Turchi di un bianco abbagliante; i paradisi dei sub di Ustica e Linosa; i borghi marinari che fanno innamorare, come Cefalù; e la lista potrebbe continuare per pagine e pagine. Se guardate le foto di un libro sul mare della Sicilia consiglio di consultare su Wikipedia “Sfumature di blu”, sono una quarantina: vi serviranno per dare il nome ai colori delle immagini.
Il profumo della zagara, dolce e avvolgente, fa compagnia ai fortunati che visitano i resti delle civiltà che hanno lasciato le loro tracce su quest’ isola, terra di passaggio nel mar Mediterraneo. I turisti di oggi possono ripercorre l’itinerario seguito dai giovani della borghesia europea del 18° e 19° secolo, che dopo Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Pompei, arrivavano in Sicilia, ultima tappa del Gran Tour, viaggio in Italia considerato essenziale per la loro educazione e formazione artistica e culturale. Possiamo immaginare lo stupore sui volti di quei romantici viaggiatori di due, tre secoli fa. È la stessa meraviglia dipinta sulle facce di chi ancora oggi ammira i tesori lasciati dalle varie civiltà che si sono succedute sull’isola: i greci, i romani, i bizantini, gli arabi, i normanni e infine l’arte barocca. Le meraviglie del parco archeologico della Valle dei Templi, i castelli medioevali, le chiese barocche, i palazzi storici simbolo della ricchezza e del potere delle famiglie aristocratiche: piccolo, parzialissimo elenco dei tesori storici che la Sicilia offre ai suoi visitatori.
Ma non si deve pensare che l’arte contemporanea sia assente in Sicilia. Basta dare un’occhiata a due eccezionali musei all’aperto: a Gibellina, vicino Trapani e Fiumara d’Arte, a circa 90 chilometri da Messina. Se volete avere un’idea, se volete emozionarvi guardate le immagini dell’installazione di Alberto Burri “Il Grande Cretto”: 80.000 metri quadri (avete letto bene, ottantamila!). Ultima nota riguardo all’arte in Sicilia: Agrigento sarà la Capitale Italiana della cultura per l’anno 2025.
C’è anche un altro profumo che conquista chi visita la Sicilia. Il profumo della cucina siciliana, che conserva la varietà delle varie tradizioni gastronomiche dei secoli passati
Ecco gli appuntamenti che non potete mancare in Sicilia.
Fate colazione con la granita con brioche. Se siete persone indecise sono guai, potreste fare tardi a ragionare sulla granita: al limone, alla mandorla, al caffè, al cioccolato, al pistacchio, alla fragola o ai gelsi neri?
Per il pranzo limitatevi nelle porzioni per una pasta alla Norma o una pasta con le sarde, assaggiate pure una caponata, ma lasciate spazio per i dolci. Il vostro stomaco e la vostra anima vi ringrazieranno per il cannolo e la cassata con cui terminerete il pranzo.
Se nel pomeriggio passeggiate per le strade delle città siciliane sarà difficile sfuggire alla tentazione del cibo di strada. Se ci fosse un campionato nazionale di street food, la Sicilia sarebbe una favorita per il primo posto in classifica. Potrete gustare la delicatezza dello sfincione, un tipo di pizza o la potenza del pane ‘ca meusa, (panino con interiora di vitello, per stomaci forti…) oppure la golosità delle panelle , frittelle di farina di ceci.
Se poi siete amanti delle cose fritte dovete entrare in una rosticceria e gustare le famose palline croccanti di riso con vari condimenti all’interno: a Palermo sono rotonde e il nome è arancina, a Catania hanno forma a punta (ricorda la forma dell’Etna) e il nome è arancino. Insomma ci sono poche probabilità che dopo la passeggiata abbiate ancora la voglia e la forza di cenare. Riflessione finale: regnava in Sicilia, 900 anni fa, Federico II di Svevia, un imperatore dalla personalità straordinaria, con un carisma e una cultura tale da essere passato alla storia come “Stupor Mundi”. Ecco una sua citazione: “Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia.”