Storia delle posate ✍
Le posate sono tutti quegli oggetti, generalmente di metallo, che usiamo per mangiare.
Le forchette, i cucchiai, i coltelli sono diventati oggetti indispensabili per l’alimentazione nel mondo occidentale. Genitori e nonni sono orgogliosi quando vedono i loro piccoli figli e nipoti che cominciano a usare le posate con sempre maggiore familiarità.
Oggi diamo per scontato l’uso di questo oggetti, in realtà ciascuno di loro ha una storia ed un’evoluzione diversa.
IL CUCCHIAIO
Il cucchiaio ha una storia antica. Appare già sulle tavole degli antichi romani al tempo dell’impero, infatti la parola cucchiaio viene dal latino “cochlea” che significa conchiglia o chiocciola, praticamente i gusci che potremmo definire come bicchieri primordiali, contenitori per trasferire liquidi nella nostra bocca. Ben presto diventa un oggetto di uso comune. Le famiglie più ricche esibiscono sulle loro tavole cucchiai in argento, a volte decorati: famosa la scritta decorativa “Utere Felix” (“usa bene”), un “Buon appetito” di duemila anni fa. Il cucchiaio veniva impugnato con il palmo della mano e soltanto nel ‘600 si afferma come regola di buona educazione tenere il cucchiaio con tre dita. È andata ormai quasi perduta la tradizione di regalare un cucchiaio personale al nuovo nato: era un augurio di lunga vita, essendo il cucchiaio adatto per alimenti liquidi o teneri, destinati infatti sia al neonato che all’anziano.
IL COLTELLO
Il coltello ha una storia più antica del cucchiaio e della forchetta. Come utensile e come arma lo si ritrova fin dalla preistoria, dall’età del ferro. Ma per arrivare all’uso come posata individuale sulla tavola ci sono voluti secoli. Veniva certamente usato nelle cucine dei romani per tagliare le carni, ma il cibo arrivava sulla tavola già tagliato in pezzi che i commensali potevano portare alla bocca con le mani. Alla fine dell’impero romano e nel medioevo ci cominciarono a vedere sulle tavole dei ricchi, i coltelli insieme ai cucchiai. L’uso comune era quello di infilzare i pezzi di carne e portarli alla bocca. La diffusione del coltello, così com’è oggi, iniziò in Francia verso il Seicento: sulle tavole degli aristocratici non si tollerò più vedere coltelli a punta che si avvicinavano alla bocca con cibi infilzati e dunque si decise che la punta del coltello doveva essere arrotondata. Non era soltanto una questione di buona educazione: da un punto di vista pratico il nuovo coltello poteva essere anche usato per spalmare salse o altro sul pane, inoltre aveva anche l’ottima caratteristica di essere meno pericoloso in caso di rissa. Ben presto il nuovo coltello accompagnò il cucchiaio sulle tavole degli altri paesi europei e nelle colonie americane.
LA FORCHETTA
La forchetta ha avuto una storia più recente ed un’evoluzione più difficile.
L’esistenza di qualcosa di simile alla forchetta è documentata dall’anno mille in poi. Questi oggetti erano l’evoluzione di coltelli molto acuminati, diventati poi oggetti con due punte (si chiamano rebbi).
La Chiesa è stata il grande nemico della forchetta: usare la forchetta era scandaloso e, definita come simbolo e strumento del demonio, chi la usava faceva peccato. Dunque fra le classi sociali più alte la diffusione dell’uso della forchetta fu molto lento. Al contrario fra le classi più basse, fra i poveri, già dal Trecento si usava qualcosa di simile alla forchetta per mangiare la pasta. Ma l’uso della forchetta, anche se lentamente, si diffondeva sempre più. Già dal Seicento non era più scandaloso usarla. Si apprezzavano anche i vantaggi dal punto di vista igienico che l’uso della forchetta portava. Le dichiarazioni di re e regine che esaltavano l’uso della forchetta e la rivoluzione industriale dell’Ottocento, che ne permetteva la produzione su vasta scala, permise la diffusione di questa posata su tutte le tavole.
Però…
In un regolamento del 1897 (!) della Royal Navy, la marina militare britannica, c’era scritto: “L’uso della forchetta è proibito in quanto pregiudizievole alla disciplina ed al comportamento virile’.
Non soltanto le posate sono inossidabili. A volte anche i pregiudizi.
Attività
AGGETTIVI, COERENZA TESTUALE E CONCORDANZA
Livello elementare
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