24 Giugno 2025
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Negli ultimi versi della sua poesia “L’infinito” Giacomo Leopardi, una delle figure più importanti della letteratura italiana di tutti i tempi, pensa alla vita umana come un viaggio per mare e immagina la morte come il lasciarsi andare del naufrago nell’infinità della natura. Queste similitudini trovano una splendida sintesi nel verso “E il naufragar m’è dolce in questo mare.” Queste similitudini abbreviate, queste figure linguistiche, sono dette metafore.

Usare metafore non è un’attività che appartiene alla letteratura, ma è pratica comune nella lingua corrente. Nella lingua di tutti i giorni vengono usate in continuazione

Riporto come esempi alcune metafore trovate sul giornale di oggi (la ricerca è durata sì e no un minuto), in neretto la metafora e il suo significato: Trump al bivio (= di fronte a una scelta importante); la retromarcia del ministro no-vax (= il radicale cambiamento di opinione); I dazi? Il clima si rasserenerà (= la situazione economica sarà più tranquilla); Spogliatoio contro di me? Inaccettabili bugie (= i giocatori della squadra); fuga di notizie (= divulgazione illecita); Dazi, tonfo delle Borse (= gravi perdite).

La ricerca scientifica ha accertato che mentre la comprensione di normali frasi letterali avviene in parti precise del cervello, cioè quelle legate a processi razionali, le metafore invece attivano parti del cervello che sono implicate nella gestione degli affetti e delle emozioni. Se guardiamo gli esempi del paragrafo precedente possiamo toccare con mano (un’altra metafora…) il diverso grado di impatto emozionale e la capacità persuasiva delle frasi con una metafora rispetto a frasi lineari, senza immagini o analogie.

Lo scrittore Gianrico Carofiglio ha scritto la prefazione di un libro che tratta l’uso delle metafore, “Non pensare all’elefante!” scritto dal linguista e filosofo americano George Latkoff. Ecco alcune righe: “Non si tratta di argomento di accademici; è un tema cruciale per capire come funzionano il mondo e il potere: le metafore – e quelle della politica in particolare – incidono sui sistemi di credenze individuali e collettive e orientano, quando addirittura non determinano, comportamenti e scelte. In altre e più sintetiche parole: le metafore possono creare o comunque trasformare la realtà.

Se quello che scrive Carofiglio è vero (secondo me sì) allora la metafora ha una valenza politica enorme.

Chi controlla il settore della comunicazione può sfruttare tale posizione per acquisire, aumentare e consolidare il proprio potere. Il modo più efficace per questa operazione è comunicare con messaggi semplici, con metafore sintetiche e di facile comprensione che possono davvero spianare la strada (ecco un’altra metafora…) al consenso. E all’interno di questo meccanismo la “verità” diventa purtroppo un materiale di facile manipolazione. Le metafore hanno un potere di convincimento molto forte. Lo sanno molto bene le forze politiche che, per comodità di discorso, chiameremo conservatrici, anche se in alcuni casi conservatrici è un eufemismo.

Il meccanismo linguistico della metafora è uno strumento fantastico per chi ha bisogno di presentare idee che magari, con parole chiare e lineari non potrebbero essere presentate.

Un esempio per chiarire è la lingua usata per parlare della migrazione: “È finita la pacchia” è stato uno slogan usato per dichiarare che la vita oziosa (a spese dei cittadini) dei migranti, che arrivano da parti del mondo non proprio sicure e prospere, è ormai finita e per meglio sostenere l’idea è utile chiamare le navi delle Ong che soccorrono i migranti in mare “taxi del mare”, per sottintendere mezzi di trasporto al servizio di chi ha i soldi (“i migranti”) per venire nei paesi ricchi e fare la bella vita (“la pacchia”).

Le forze politiche che cercano di combattere questa comunicazione tossica non sempre hanno la stessa abilità comunicativa. La ricerca di un linguaggio più efficace dovrebbe prendere in considerazione metafore che, senza distorcere la verità, possano arrivare a quell’emisfero del cervello implicato nella gestione degli affetti e delle emozioni. Potrebbe aiutare a far valere opinioni e tendenze ispirate a principi di equità e libertà. 

Segnaliamo un evento:
Martedì 29 aprile 2025, ore 18.00
Incontro con Gianrico Carofiglio all’Università di Zurigo.
Titolo: “Le parole sono pistole cariche: il potere delle metafore nel discorso pubblico”
Ingresso libero
Clicca qui per maggiori informazioni

Attività

COERENZA TESTUALE: AGGETTIVI

Livello intermedio

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