Intervista ad una splendida signora: la lingua italiana

Giornalista- Buongiorno. Prima di iniziare mi permetta di farle i miei complimenti: lei è sempre una bellissima lingua, la sua musicalità e la sua armonia continuano ad essere ammirate in tutto il mondo e suoi ammiratori la seguono e la studiano con grande passione.

La Lingua ItalianaLei è molto gentile. Devo confessarle però che non è facile mantenere intatte le qualità che lei ha descritto.

Giornalista- La capisco. Lei può comunque contare sull’assistenza di un grande numero di attenti studiosi che pur aprendo alle novità la proteggono con vigore.

La lingua italianaHa ragione. I miei amici linguisti sono da sempre attenti affinché il mio patrimonio non venga impoverito da chi ignora le buone regole, per non parlare di chi nasconde i propri limiti mascherandosi dietro parole straniere.

Giornalista- Lei è contraria all’uso delle parole straniere?

La lingua italiana – Assolutamente no. Come lei sa bene, nel corso della mia lunga vita ho accolto tante parole provenienti da molte lingue e questo atteggiamento di inclusività continuerà. Diceva bene il mio amico Umberto Eco che so autoregolarmi. Esprimo soltanto la mia disapprovazione riguardo all’uso di vocaboli stranieri per snobismo o per sembrare moderni. Perché usare un termine straniero quando posso offrire parole italiane che lo sostituiscono perfettamente?

Giornalista- Lei si sente maltrattata dai mezzi di comunicazione?

La lingua italiana – Guardi, io ho un grande debito di riconoscenza verso la televisione che mi ha fatto conoscere in posti del nostro paese dove ero praticamente la seconda lingua dopo il dialetto. Non le nascondo però che la qualità di italiano che vedo e sento oggi in TV molto spesso mi fa arrabbiare. E devo confessare che a volte mi si spezza il cuore a leggere ciò che appare sui social.

Giornalista – C’è qualcosa di cui farebbe volentieri a meno nel grande archivio del suo patrimonio linguistico?

La lingua italianaLe confido un segreto. Lei può vedere quanto sia grande la casa in cui io abito e quanto siano grandi e numerosi gli armadi che custodiscono tutto il mio patrimonio. Ecco, quello alle sue spalle contiene tutta la lingua della burocrazia. Avrei voglia di buttare tutto, ma è pesantissimo e sto cercando di vuotarlo un poco per volta per potere un giorno farne a meno. Ci vorrà un po’ di tempo, tanta buona volontà, ma alla fine ci riuscirò.

Giornalista- E qual è la parte del suo patrimonio di cui è più gelosa?

La lingua italianaI dialetti. Li considero una ricchezza, una risorsa vitale e sono contenta che molte opinioni negative e molti pregiudizi riguardo al loro uso siano caduti. A volte loro sono più efficaci di me nel descrivere un sentimento, uno stato, e hanno espressioni che per i parlanti locali sono irrinunciabili.

Giornalista – Grazie per la sua squisita cortesia e …buona fortuna per il burocratese!

La lingua italiana – Grazie! Mi faccia anche gli auguri affinché gli altri numerosi armadi pieni di bellissime parole ed espressioni vengano aperti, e tutti, non solo gli addetti ai lavori, possano parlare e scrivere in un modo più vario, più appropriato, più bello, cercando così di arricchire quella comunicazione che spesso mi pare appiattita e striminzita. Non può immaginare quanto mi abbia reso felice la sociolinguista Vera Gheno quando spiega nel suo libro” Potere alle parole” che è come avere in garage macchine potenti e bellissime come per esempio una Maserati e usare sempre una 500. O tanti bellissimi vestiti eleganti o da sera nell’armadio e uscire sempre con lo stesso completo. E io aggiungo: o con jeans e canottiera. Comodissimi, per carità! Ma non per tutte le occasioni!

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