
Quando si legge l’autobiografia di una persona sorgono spontanei due dubbi. Primo: è tutto vero quello che sto leggendo? Secondo: è tutta farina del suo sacco o qualcuno ha scritto per lui o lei. Insomma scrivere un libro per raccontare la propria vita è un’operazione piena di rischi.
C’è però un genere letterario che permette di conoscere meglio e in profondità una persona ed è il suo epistolario privato, cioè la raccolta delle sue lettere scritte ai familiari o agli amici più stretti. La cosa è abbastanza ovvia: il destinatario dello scritto non è un pubblico di lettori, ma persone care con le quali ci si confida, si discute o anche si litiga. Non ci si preoccupa di essere originali, di avere un bello stile. L’obiettivo è mettere per iscritto quello che si vorrebbe dire al destinatario se fosse lì presente, fisicamente. Allora sì che viene fuori la personalità di chi scrive, l’autenticità delle sue caratteristiche personali.
L’argomento diventa ancora più intrigante se l’autore dell’epistolario è uno scrittore famoso e le lettere sono state tutte scritte in giovane età, quando ancora non era assolutamente famoso. Se poi lo scrittore è uno dei tuoi preferiti la curiosità aumenta perché cerchi di scoprire se già da giovane aveva quelle caratteristiche, quelle qualità che hai apprezzato nei suoi libri che hai letto.
Lo scrittore famoso in questione è Andrea Camilleri, celebre creatore del commissario Montalbano. Camilleri è morto a Roma, nel 2019, all’età di 94 anni. Un anno prima di morire lo scrittore, con l’obiettivo di creare un archivio facilmente consultabile, incaricò le sue tre figlie di mettere ordine ad una grande quantità di materiale da lui scritto nel corso della sua lunga vita, contenuto in scatoloni riposti nel garage di casa. Fra tutto il materiale trovato e catalogato sono venute fuori circa 200 lettere che Camilleri scrisse da Roma ai suoi genitori in Sicilia nel periodo dal 1949 al 1960, cioè dai 24 ai 35 anni di età. Questa raccolta di lettere, questo epistolario privato, è diventato un libro: “Vi scriverò ancora”. Leggerlo è stato come avere davanti uno schermo diviso a metà e vedere due partite di calcio in contemporanea, con la differenza che qui non si tratta di calcio, ma dello scorrere della vita di due persone. Da una parte dello schermo il giovane Andrea, emigrato a Roma per studiare presso l’Accademia di arte drammatica, dall’altra parte il grande scrittore Andrea Camilleri, re incontrastato delle classifiche dei libri e intellettuale molto attivo nel mondo della cultura italiana.
Ma cosa racconta il giovane Camilleri ai suoi genitori? Praticamente tutto quello che gli accade: dal grandissimo sforzo che lo studio nell’Accademia prevedeva ai problemi economici che doveva superare per vivere a Roma, (mangiare, abitare, vestirsi…), con l’aggiunta tristezza e rabbia di dovere sempre chiedergli soldi, pur consapevole che delle loro poche risorse; dai primi piccoli riconoscimenti delle sue qualità e abilità di regista alle grandi delusioni che il mondo dello spettacolo riserva agli artisti alle prime esperienze; dalla nostalgia di casa alle preoccupazioni per la salute della mamma e del vizio del fumo del padre (elemento questo che fa sorridere: Camilleri è stato fino alla fine un accanito fumatore).
C’è un tratto comune a tutte le lettere: il grandissimo affetto che Camilleri nutre per i genitori. Quasi tutte le lettere iniziano con “Mamma carissima” e lo stretto legame con la madre suscita a volte qualche rimprovero da parte del padre che si sente trascurato.
L’insieme di queste lettere ci mostra un quadro molto particolareggiato del faticoso inizio della carriera di Camilleri, che lotta con tutte le sue energie per emergere, che studia e scrive con un’inesauribile voglia di ‘sfondare’. Tutto questo sacrificio viene ricompensato, pian piano la sua riconosciuta abilità di regista gli consentirà di lavorare in modo continuativo, tanto da potersi mantenersi economicamente.
La lettura delle lettere è davvero gustosa: ne viene fuori un quadro preciso del mondo della cultura degli anni 50. Tutto il mondo della cultura: l’editoria, il teatro, il cinema, la radio, la nascente televisione. Contemporaneamente allo studio, Camilleri è sempre alla ricerca di un lavoro che gli faccia guadagnare un po’ di denaro, in modo da non pesare troppo sui genitori e nel corso di questo suo peregrinare incontra molti personaggi famosi del mondo dello spettacolo. È divertente scorrere, alla fine del libro, la lista dei nomi delle persone citate nelle lettere: insieme ai parenti (numerosi) si trovano attori, attrici, registi, produttori, poeti, scrittori e critici dai nomi altisonanti.


Attività
ARTICOLI DETERMINATIVI E INDETERMINATIVI
Livello intermedio
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