Moka Bialetti: il caffè a casa come al bar! ✍

Svegliarsi la mattina con l’odore del caffè e il gorgoglìo della moka che avverte che è pronto è davvero un piacere! Sì, dico “svegliarsi” perché  per la maggioranza degli italiani  il vero risveglio è quando prendono il caffè, non quando aprono gli occhi e si alzano܂ 

Se abbiamo questo piacere è grazie ad Alfonso Bialetti che ha inventato la Moka nel 1933܂

L’idea sembra gli sia venuta guardando la moglie fare il bucato con la “lisciveuse”, antenata della lavatrice.Bialetti, grazie alla sua geniale intuizione, utilizza lo stesso principio per la Moka: l’acqua bollendo nella caldaia, parte inferiore, crea la pressione necessaria per spingere in alto il liquido che passa nell’imbuto con la polvere del caffè e arriva filtrato nel bricco, la parte superiore․ Pronto per essere versato e degustato! 

Sono 5 i pezzi che compongono questa caffettiera che, a parte la guarnizione e il manico, è tutta in alluminio, materiale molto amato nei primi decenni del ‘900, leggero, resistente, color argento, non si ossida, malleabile, duttile e veloce a scaldarsi․  Molto usato per aerei e mezzi di trasporto in genere, l’alluminio dà l’idea della modernità e della velocità che tanto affascina il regime dell’epoca e il Movimento Futurista che culturalmente rende nelle arti lo spirito di quel tempo․ 

Presto la Moka entra nelle case degli italiani a sostituire la vecchia caffettiera napoletana che  richiedeva più tempo e non offriva il caffè ottenuto con la pressione del vapore come quello del bar․ Anche l’inconfondibile forma ottagonale è subito apprezzata a partire dalla prima versione, quella storica, fino ad arrivare alle variazioni di design successive, a volte colorate, che non cambiano di molto il design, ma variano di dimensione per rispondere all’esigenza sia del single, una tazza, che delle famiglie con molti ospiti, 18 tazze․ 

La versione che oggi tutti conoscono, diventata famosa nel mondo, si deve al figlio di Alfonso Bialetti, Renato,  che dal 1946 prende in mano un’azienda artigianale che produce 70․000 pezzi l’anno  e ne avvia la produzione industriale․

Nel 1953 valorizza ulteriormente l’invenzione del padre mettendo “l’omino coi baffi” , caricatura stilizzata di Alfonso Bialetti, sulla caffettiera stessa e promuovendo un’intensa campagna pubblicitaria  che ne decreta il successo nel mondo․ La Bialetti arriva a produrre fino a 4 milioni di pezzi l’anno․

L’omino coi baffi  che si trova su ogni singolo modello ha il braccio e il dito indice alzato come chi abitualmente in Italia ordina un caffè al bar․ 

Il nome moka deriva dal nome della città Mokha (Yemen) fra le prime e più famose zone di produzione di caffè , in particolare della pregiata qualità arabica․

La moka Bialetti è stata prodotta in circa 300 milioni di esemplari ed è presente nella collezione permanente del Triennale Museum di Milano e nella collezione permanente del Moma di New York․
Una considerazione finale si impone, data l’attenzione che dobbiamo all’ambiente․ Rispetto a macchine da espresso prodotte anche dalla stessa Bialetti, recentemente sempre più presenti nelle case italiane, che utilizzano cialde o capsule, la moka è senz’altro più economica perché costa meno, è quasi indistruttibile e richiede solo la polvere di caffè e non contenitori di ogni singola quantità per tazza․ Più ecologica perché appunto elimina imballaggi e l’alluminio di cui è fatta è materiale altamente riciclabile․ E’ sicuramente meno ingombrante e finora esteticamente più bella, visto che trova posto nei musei․ L’opera d’arte si conclude con la scelta di una bella tazzina che una volta riempita a metà (mi raccomando, il caffè italiano è corto e concentrato) conclude il rito mattutino del caffè a casa․ Come diceva mia zia di origine napoletana il caffè ha bisogno di tre “C”: caldo, carico, comodo․ Caldo si capisce; carico significa forte, concentrato; comodo significa che è meglio degustarlo comodamente seduti․ A casa con la Bialetti si può!

Come fare il caffè con la moka.
Svita la caffettiera e avrai tre pezzi: metti l’acqua nella caldaia fino a sotto la valvola di sicurezza, rimetti il filtro a imbuto e riempilo con una buona polvere di caffè, ma non pigiarla; chiudi riavvitando il bricco e metti la caffettiera sul fuoco․ Pochi minuti e avrai un caffè fumante e profumato.
Consigli: quando la moka è nuova, falla funzionare prima senza caffè, solo con l’acqua, poi potrai farlo con il caffè.
Più la userai, più il caffè sarà buono․ Non mettere la moka nella lavastoviglie, lavala sotto l’acqua e non usare detersivi se la vuoi mantenere sempre bella e brillante e se vuoi un buon caffè.

Spot Caffetteria Moka Express Bialetti – sembra facile, 1967 – 1968, casa di produzione Paul Film, agenzia pubblicitaria Orsini A.&M.

Attività

VERBI, IMPERATIVO

Livello intermedio

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