Cucinelli, il cachemire․ Azienda e utopia ✍

Una storia dal Veneto․
Verso la metà degli anni 60 quattro fratelli veneti che avevano una piccola azienda di maglieria furono illuminati da un’idea nuova e geniale: invece di produrre maglioni di colori diversi, cominciarono a produrre maglioni di lana grezza, cioè non colorati, e li tingevano seguendo tempestivamente le esigenze della moda e i gusti dei clienti․ Un’idea innovativa e una campagna pubblicitaria che ha fatto la storia del marketing: ecco il segreto dell’affermarsi del brand Benetton․
Un’altra storia, questa volta in Umbria․
Una famiglia di contadini decide di trasferirsi in città․ Il papà va a lavorare in fabbrica: un lavoro e un’esperienza che si rivela per lui odiosa e umiliante․ Il figlio quindicenne, Brunello, prende il diploma di geometra e si iscrive all’università, facoltà di ingegneria, con pessimi risultati: tre anni, un solo esame․ E confessa di essere stato in quegli anni un “nullafacente”: “La mia vita tra i 15 e i 25 anni… praticamente io ho vissuto la vita classica del bar italiano, del bar del paese․”
Succedono però due cose che gli cambiano la vita․ Comincia ad interessarsi di filosofia e si fidanza con una ragazza․ Il destino a volte si diverte a combinare tra loro fatti della vita che sembrano estranei uno dall’altro․
La sua fidanzata ha un piccolo negozio di abbigliamento․ Erano gli anni in cui Benetton dettava legge in materia di moda e in particolare di maglieria․ Brunello ha un’idea: produrre maglie colorate per donna, non di lana normale, ma di una lana di qualità altissima: il cachemire․ Un materiale caldo, avvolgente, prezioso ed elegantissimo che aveva in aggiunta una caratteristica che ha conquistato presto il mercato italiano e internazionale: la durata․ Per Cucinelli le sue maglie devono durare una vita, non si devono buttare, si devono lasciare in eredità․ Questa qualità ha per l’azienda un valore non solo economico, ma anche etico․ Nasce così il prodotto di Brunello Cucinelli, il cachemire italiano, abbigliamento di lusso che viene ammirato e comprato per l’unicità della materia prima, la perfezione artigianale e la creatività senza limiti․
Brunello Cucinelli non ha dimenticato né l’esperienza della sua famiglia, la dura vita del padre in fabbrica, né i principi, i valori e le idee che ha incontrato nei suoi studi di filosofia․
Alcune sue affermazioni: “…volevo creare un’impresa leggermente diversa, ispirandomi a ciò che era stato fatto a mio padre․”, “…volevo realizzare un’impresa che facesse profitti con etica, dignità e morale․”

Solomeo, borgo

Foto da “Borgo del cachemire e dell’Armonia”

L’azienda di Brunello Cucinelli è davvero unica nel panorama economico italiano․ A cominciare dalla sede, che si trova a Solomeo, un bellissimo borgo restaurato, conservato e abbellito da Cucinelli, in provincia di Perugia, dove lui stesso abita con la famiglia․ In una sua dichiarazione l’imprenditore ha illustrato i principi che segue per amministrare la sua azienda․ Quello che l’azienda guadagna vien diviso in quattro parti․ Una parte importante viene reinvestita per rinnovare e aggiornare l’azienda, una parte va a lui (ma dice:” Vivo in un paese e non ho particolari necessità”), un’altra serve per aumentare gli stipendi dei lavoratori e un’ultima parte, circa il 20% da usare per “abbellire l’umanità”, che può significare costruire un teatro, restaurare una chiesa, costruire un ospedale o anche aiutare persone in difficoltà․
Brunello Cucinelli è un uomo di successo, è ricco e ha un’azienda famosa e apprezzata nel mondo, ma si può certamente immaginare che la sua soddisfazione più grande sia quella di aver mantenuto la promessa che aveva fatto a sé stesso ascoltando le umiliazioni patite dal padre in fabbrica: ”Qualsiasi cosa farò nella vita la farò per migliorare le condizioni dell’essere umano nel lavoro e per la sua dignità․”

Attività

VERBI, INDICATIVO PRESENTE, PASSATO PROSSIMO E IMPERFETTO

Livello intermedio

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