17 Settembre 2025
back-to-school-g83c0425c3_1920
La bambina con le trecce la mattina non andava direttamente a scuola, ma davanti alla casa della maestra e aspettava che uscisse, come facevano tutti gli altri bambini della classe che abitavano da quelle parti, per poi fare insieme i 50 metri che separavano quella casa dalla scuola․

La bambina con le trecce la mattina non andava direttamente a scuola, ma davanti alla casa della maestra e aspettava che uscisse, come facevano tutti gli altri bambini della classe che abitavano da quelle parti, per poi fare insieme i 50 metri che separavano quella casa dalla scuola․ Avanzando come una chioccia con i suoi pulcini, la maestra insegnava a osservare il colore del cielo, gli alberi in autunno, i germogli in primavera e a non prendere esempio da quella persona maleducata che aveva buttato la cartaccia per strada senza fare attenzione al decoro del paese e senza rispettare il lavoro del netturbino․

In terza elementare quel giorno la maestra aveva spiegato la divisione․ La bambina con le trecce non vedeva l’ora che finisse per chiedere il permesso di andare in bagno, ma, prima di averne il tempo, viene chiamata alla lavagna, la maestra le detta una divisione e le dice di farla․ Sotto i suoi occhi attenti e lo sguardo di tutti i compagni si sente particolarmente timida e impacciata, ma cerca di ricordare il procedimento e prega che non le capiti di dover calcolare con la tabellina del 7 perché era quella che non riusciva a memorizzare fino in fondo, al massimo arrivava al 49․ Non ricorda se per colpa del 7 o altro numero a lei ostile, sta di fatto che sbaglia․ La maestra si alza dalla cattedra, le si avvicina minacciosa e le dà uno schiaffo․

Allora, alla fine degli anni ‘50, si poteva․ Anzi, capitava che alcuni genitori chiedessero alla maestra le maniere forti, se il figlio si comportava male․ Era spesso così nei piccoli centri con scuole che accoglievano bambini provenienti dalla campagna․ 

La bambina con le trecce era lì impietrita, piena di vergogna, con le lacrime che le uscivano copiose e silenziose․ Ancora peggio, altro liquido cominciò a scaldarle le gambe, visto che non era riuscita ad andare al bagno․ Non bastava il calore della guancia che aveva ricevuto lo schiaffo! Si sentiva color fucsia e voleva sotterrarsi․ 

La madre dovette andare a prenderla e la sua mattinata a scuola finì così․ 

Allo stesso modo, cioè non finita, rimase per lei anche la divisione alla lavagna e non solo quella․ 

La bambina con le trecce non è mai più riuscita ad imparare a fare le divisioni․ Ha sempre risolto con alcuni suoi metodi empirici, ma con difficoltà, perché ha continuato a considerare a lei ostili i numeri in genere․ 

Quella stessa bambina, che da molto tempo non ha più le trecce, ha espresso i suoi propositi per il 2022: seguire un corso di ceramica artistica e cercare su internet un tutorial per imparare finalmente a fare la divisione․ Non sa perché, ma le sembra che qualcosa sia cambiato e che i numeri possano diventare suoi amici․ “Non pensi sia inutile?” le hanno chiesto riferendosi al secondo proposito․ “Può darsi” ha risposto “ma per me significa considerare superabile qualcosa che pensavo non lo fosse”․
Per fortuna nella scuola di oggi le maniere forti non sono più né giustificate, né permesse․

Attività

USO DEL CONGIUNTIVO

Livello avanzato

CLICCA QUI per scaricare e stampare l’attività relativa all’articolo