27 Marzo 2025
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L’appetito vien mangiando” è un proverbio che significa “Anche se non hai voglia di fare una cosa, comincia e vedrai che la voglia ti verrà. Ed è appunto mangiando un buon formaggio e leggendone il nome che mi è venuta la voglia di approfondire e soddisfare una mia curiosità. Ne è valsa la pena, ho scoperto delle cose che riguardano la lingua italiana e che definirei, per restare in argomento, veramente gustose.

Cominciamo dal formaggio. Si chiama Bel Paese, è un formaggio fresco ed è molto conosciuto in Italia. La casa produttrice, la Galbani, esiste dall’inizio del ‘900. L’incarto del formaggio mostra, oltre al nome e a una cartina dell’Italia, il volto di una persona. Avrò visto quell’incarto centinaia di volte, ma soltanto in quel momento mi sono chiesto: “Sarà il signor Galbani?” Un gesto ormai abituale ha dato il via: telefonino, Google e l’appetito è cresciuto.

Si tratta di Antonio Stoppani, un geologo di fama mondiale che pubblicò nel 1876 un libro sulle scienze naturali dal titolo “Il Bel Paese”. Il libro, di carattere divulgativo, ebbe grande popolarità e insieme a “Le avventure di Pinocchio” di Collodi e  “Cuore” di Edmondo De Amicis diventò un testo importante per la formazione scolastica dei giovani.

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Ma, come abbiamo premesso, “L’appetito vien mangiando”…

Leggendo del formaggio, di Stoppani e  del “Il Bel Paese” ho trovato che l’origine dell’espressione “Bel Paese” è molto più antica e prestigiosa ( Stoppani mi perdonerà). Stiamo parlando di Dante, il glorioso padre della nostra bella lingua. L’espressione si trova già nella Divina commedia, nel XXXIII canto dell’Inferno, dove Dante vuole mostrare il contrasto fra Pisa, città responsabile della morte per fame di bambini, e il Bel Paese, cioè il resto della penisola italiana, culla dell’arte e della cultura.

Ma non è tutto. Cercando in modo un poco più accurato ho capito che definire Dante “Padre della lingua italiana” è quanto mai appropriato. Infatti ho trovato una lunga lista di parole ed espressioni usate da Dante che sono tuttora in uso nell’italiano moderno quasi nella stessa forma usata dallo scrittore. La lista si può facilmente consultare, ecco il link: https://accademiadellacrusca.it/it/dante

 Riporto qualche esempio:

  • Senza infamia e senza lode. Si usa per indicare una qualità o un valore mediocre, né positivo né negativo. Testo originale dantesco “Sanza ‘nfamia e sanza lodo
  • Non ti curar di loro, ma guarda e passa. Per indicare disprezzo verso qualcuno che non merita la nostra attenzione. Testo originale dantesco “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa
  • Cosa fatta capo ha. Significa che per chiudere una questione bisogna agire. Testo originale dantesco “Capo ha cosa fatta”.
  • Mi taccio. Si usa per dire che non si vuole aggiungere altro a ciò che si è detto. Espressione che sta avendo molto successo, specialmente nei talk show televisivi dove i partecipanti amano esibire una pretesa cultura classica. Testo originale dantesco “E de li altri mi taccio“.

La lista è stata pubblicata nel 2021 in occasione della ricorrenza dei settecento anni dalla morte del poeta e ha come titolo “La parola di Dante fresca di giornata”. Sono 365 schede, una al giorno, ognuna con una parola o un’espressione dantesca. Meglio di uno spettacolo pirotecnico!

Attività

LETTURA ANALITICA

Livello intermedio

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