
Mio marito l’ho conosciuto in ospedale. Tutti e due ricoverati: io per fare una lavanda gastrica, lui con il naso fratturato.
Prima di conoscere lui stavo con un ragazzo che mi piaceva molto. Bello, intraprendente, aveva sempre mille idee, mille programmi riguardo al futuro. L’ultimo suo progetto era una grande discoteca. Lui e alcuni suoi amici, avevano comprato da una ricca famiglia di aristocratici un terreno che si trovava fra una pineta e il mare, avevano costruito un grande capannone e l’avevano trasformato in un’enorme discoteca. Io ero un po’ spaventata da tutta questa attività e soprattutto non mi piacevano gli amici con cui aveva questa stretta collaborazione. Ma lui mi diceva di stare tranquilla e che sapeva quello che faceva.
Per l’inaugurazione della discoteca avevo dovuto affittare un costume da principessa perché era una festa mascherata. Un costume costoso pieno di fiocchi e veli azzurri. Non mi è mai piaciuto mascherarmi, neanche da bambina, mi sono sempre sentita ridicola. Ma non potevo deludere il mio ragazzo, specialmente per quell’ occasione speciale: infatti quando mi ha visto mi ha detto: “Benvenuta principessa!” Io mi sentivo vestita come un uovo di Pasqua…
Il mio malumore non è durato molto, perché la serata stava avendo un grande successo: la discoteca era stracolma di ragazzi e ragazze in maschera che ballavano. E bevevano. Il mio ragazzo era molto occupato per controllare che tutto andasse bene e non potevo pretendere che stesse tutta la sera vicino a me. Ma non ero mai sola. C’era sempre uno dei suoi amici che non mi lasciava sola neanche per un attimo. E non era l’unica cosa che mi innervosiva. Vedevo persone che non ballavano mai e l’unica cosa che facevano era passare qualcosa nella mano di altri ragazzi e ricevere soldi in cambio. Non mi piaceva quella situazione e i due drink che il mio assiduo ‘cavaliere’ mi aveva offerto mi avevano fatto venire un gran mal di testa. Con la scusa di andare in bagno sono uscita per prendere un po’ di aria fresca.

Il mal di testa aumentava, cominciavo ad avere paura pensando che forse c’era qualcosa di strano in quei due drink. Volevo tornare, ma mi sono accorta di essere nella pineta che era nei pressi della discoteca. Sicuramente sono svenuta. Da quel momento buio totale. L’unica cosa che ricordo perfettamente è il volto di un uomo a pochi centimetri del mio viso ed io terrorizzata che lo colpisco con una gran testata. Poi di nuovo buio. E poi il risveglio in ospedale.
Dopo la lavanda gastrica, con lo stomaco sottosopra, ho chiesto il perché dell’ematoma blu che avevo in fronte e i dottori mi hanno parlato della mia ‘vittima’ ricoverata con il naso fratturato. Dovevo sapere. L’ho incontrato: era il principe proprietario della pineta che come tutte le sere faceva una passeggiata con il suo cane e mi aveva trovata svenuta a terra. Si era chinato per capire come stavo e in quel momento io ho riaperto gli occhi e urlando l’ho colpito con una testata. Ero confusa e imbarazzata, ma lui mi ha stretto la mano e, sorridente, mi ha detto che era colpa sua: i principi dovrebbero essere più prudenti quando si avvicinano a una bella addormentata nel bosco.
Sei mesi dopo ci siamo sposati.


Attività
VERBI, PASSATO PROSSIMO E IMPERFETTO
Livello intermedio
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