
Se qualcuno pensa che la pasta sia un argomento di cui si è già detto tutto dovrà ricredersi.
Recentemente più di 100 milioni di persone hanno partecipato sui social al dibattito internazionale sulla cottura passiva, che consiste nello spegnere il fuoco a metà dei minuti previsti e lasciare che la pasta continui a cuocere grazie all’acqua ancora bollente. Famosi chef, insigni chimici, premi Nobel e amanti della pasta hanno rilasciato dichiarazioni sia a favore sia contro questa tecnica di cottura, scatenando discussioni infinite sulle chat e sui giornali.
La pasta dunque non soltanto si presenta ogni giorno con forme e variazioni infinite sulle tavole di tutto il mondo, ma continua a suscitare curiosità e passioni.
Una ventina di anni fa la pasta aveva una cattiva fama: il New York Times aveva lanciato un neologismo: “carbophobia”. Le diete più alla moda evitavano i carboidrati e il pane e la pasta erano le vittime eccellenti di quella tendenza. Una campagna denigratoria che ricordava gli anni 30 in Italia, quando “la pasta” era stata attaccata dal movimento artistico del Futurismo che la definiva come “causa di fiacchezza, pessimismo, inattività nostalgica e neutralismo” e si consigliava di consumare più riso. Ma la pasta vinse facilmente quella guerra, anche grazie alla diffusione della foto del grande ideatore del Futurismo Filippo Marinetti che in un ristorante si mangiava un bel piatto di pastasciutta.
Ma torniamo all’attualità. Anche le moderne diete “carbofobiche”, cioè diete senza carboidrati, sono state vinte. Gli studi della scienza alimentare hanno decretato che il consumo di pasta è consigliabile e adatto a uno di stile di vita sano. La dieta mediterranea che ha la pasta come fiore all’occhiello appare su tutta la letteratura gastronomica e riempie i canali televisivi dedicati alla cucina.

Nel 1995 l’Unione Italiana Food e l’International Pasta Organisation hanno proclamato il 25 ottobre come Giornata Mondiale della Pasta. In questa data si svolgono eventi che hanno l’obiettivo di valorizzare questo piatto e di promuoverne il consumo. Obiettivi che sembrano pienamente raggiunti visto che negli ultimi venti anni la produzione di pasta nel mondo è raddoppiata e il suo consumo è in continua crescita. Ovviamente la classifica dei maggiori consumatori di pasta al mondo vede al primo posto l’Italia con circa 23 kg a testa. Non poteva essere altrimenti. Dire “pasta” è dire Italia.


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