22 Aprile 2025
italianigolosi

Se esistesse un campionato per le promesse fatte e non mantenute, il primo posto in assoluto sarebbe certamente occupato dalla solenne affermazione: “Da domani niente dolci!”. Già la colazione della mattina dopo è testimone del clamoroso dietrofront, che si realizza con un meraviglioso cornetto che accompagna l’assolutamente necessario caffè. Il dolce vizio della golosità è cieco di fronte a chili di troppo o colesterolo in salita.

Gli italiani sono golosi? Sì e no. Una recente ricerca fatta da una seria azienda specializzata in ricerche di mercato ha dato a questa domanda una risposta piuttosto interessante. Soltanto un italiano su tre mangia senza preoccuparsi di questioni o conseguenze salutari. Questa porzione di consumatori viene catalogata con il nome inglese “Health Passives”. Il resto della popolazione si divide fra chi cerca un equilibrio nei consumi, “Health Moderates”, e chi invece segue uno stile di vita sano ed è molto attento a cosa consuma, “Health Actives”. Anche se c’è una maggioranza che fa più attenzione a ciò che mangia, questo non significa che il consumo dei dolci sia in ribasso. Anzi.

Ma quali sono i dolci preferiti degli italiani? Qui le statistiche sono chiare. In cima alla classifica regna incontrastato il tiramisù, ormai celeberrimo non solo in Italia. Secondi e terzi i dolci immancabili delle feste, il panettone e il pandoro a Natale e la colomba a Pasqua. Al quarto e quinto posto troviamo i dolci che ci fanno cominciare bene la giornata: il cornetto al bar e il ciambellone a casa. Scorrendo la classifica fino al decimo posto vediamo dolci siciliani, torroni e cannoli, e dolci napoletani, pastiere, zeppole e struffoli. Per evitare accese rimostranze di fronte a questa classifica c’è da dire che tale classifica si basa sui grandi numeri a livello nazione. Non prende in considerazioni altri dolci, magari altre versioni di quelli tradizionali, ma con nomi diversi. Un esempio: si racconta che ormai prossimo alla morte San Francesco fece scrivere una lettera a una gentil donna – Jacopa dei Settesoli, nobile romana- pregandola di venire per portagli una veste per la sepoltura. Al termine della lettera fece aggiungere “Ti prego anche di portarmi quei dolci, che tu eri solita darmi quando mi trovavo malato a Roma”.  Si riferiva a un tipo di biscotti molto famosi a Roma, i “mostaccioli”, preparati con mandorle, miele e zucchero. “Mostaccioli” che non sono molto diversi dai “mustazzoli” siciliani di cui è ghiotto il commissario Montalbano, creatura dello scrittore Camilleri.

Ultima cosa: c’è un’assenza davvero ingiustificata nella classifica citata ed è il gelato. Anche perché ormai il gelato non fa parte soltanto dei cibi… diciamo così stagionali, cioè consumati in estate per contrastare la calura: le gelaterie in città sono aperte tutto l’anno e soddisfano una richiesta sempre maggiore anche nelle altre stagioni. Se qualche goloso si stava preoccupando di trovare gelaterie chiuse nei mesi non estivi, può stare tranquillo: gelaterie e pasticcerie lo aspettano a braccia aperte. Sempre.

E a proposito di questi luoghi che funzionano come i fiori con le api o il miele con gli orsi, ho incontrato una citazione che rende bene l’idea (l’autore è anonimo perché penso che sia cosciente del cattivo esempio): “Io ci stavo andando in palestra ma una folata di vento mi ha spinto in pasticceria”.

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