6 Dicembre 2025
giotto

Se vi chiedono di nominare tre pittori italiani che hanno cambiato la storia della pittura, sicuramente vi verranno in mente i nomi di Michelangelo, Caravaggio, Leonardo o Raffaello. Eppure, l’artista che ebbe un ruolo fondamentale nella creazione dell’arte italiana è Giotto. Vissuto a cavallo tra il ‘200 e il ‘300, è stato spesso relegato ai margini della grande arte rinascimentale per motivi cronologici ma anche per motivi stilistici. Invece supera l’arte bizantina dominante in quel periodo, con i suoi evidenti accenti orientali, trasformandola in un’arte latina, ovvero che prendesse spunto dall’antichità romana. Mette quindi le basi per quella che sarà l’arte rinascimentale italiana, che auspicava la rinascita della grandezza dell’arte classica.

Solo osservando le sue opere possiamo scoprire la meraviglia che ci pervade quando ci troviamo di fronte a qualcosa che ha più di 700 anni di antichità ma ancora ci emoziona.

Quello che sorprende di Giotto è come possa unire il meraviglioso e il quotidiano, fondere l’atmosfera famigliare con quella celestiale. Infatti nei suoi affreschi troviamo spesso storie religiose, che fanno riferimento alla vita di Cristo, dei santi o dei martiri, ma ritroviamo in quelle scene tutta l’umanità che possiamo riscontrare un in ambiente quotidiano e vorrei dire anche attuale. Perché il dolore, la curiosità, l’amore, o il pudore sono sentimenti che attraversano i secoli, ci accomunano non solo con i nostri antenati, ma anche con le figure divine.

Vediamo qualche esempio.

A Padova, nella cappella Scrovegni, troviamo la scena del Compianto sul Cristo morto. È il 1303 e non avevamo mai visto finora quello che realmente raccontano i vangeli, cioè il dolore di una madre che piange abbracciando suo figlio morto. La vicenda è rappresentata senza complessi significati eucaristici o simbolici. Solo un sentimento, tanto terribile come potente e unificatore: il dolore. Siamo lontani dalle rappresentazioni ieratiche e iconiche dell’arte bizantina, qui vediamo delle persone con un corpo, una carne e un’anima.

Nella stessa cappella padovana, troviamo l’Incontro alla Porta d’Oro, una scena protovangelica in cui i genitori della Vergine Maria, Gioacchino e Anna, si rincontrano con la bella notizia che Anna è incinta dopo averlo desiderato durante molto tempo senza successo. I due si baciano appassionatamente guardandosi negli occhi, lei gli accarezza i capelli e la barba. Ci sentiamo quasi di troppo mentre osserviamo la scena. A destra vediamo delle donne sorridenti e compiaciute per il momento felice che sta vivendo la coppia, ma quella vestita di nero al centro non solo non guarda, ma si compre il viso per non vedere una scena che probabilmente lei ritiene personale, forse si vergogna di assistere a tale manifestazione d’affetto.

Per finire, a Firenze, nella Cappella Bardi della chiesa di Santa Croce, Giotto realizza nel 1325 Visioni dell’ascensione di san Francesco, un affresco oggi molto danneggiato in cui vediamo la reazione di alcuni frati di fronte alla visione del santo appena morto. 

Lo stupore, la curiosità, lo sbalordimento che ti lascia con la bocca aperta, l’inclinazione della testa per porgere l’orecchio e cercare di capire meglio cosa stia succedendo. Tutto questo nella figura a sinistra di un frate che incarna tutte le nostre possibili reazioni di fronte alla visione di un santo. 

Non possiamo quindi sorprenderci se Giotto sarà il primo artista della storia del quale sappiamo che gli venne concesso un funerale di stato, sepolto dentro il Duomo di Firenze (all’epoca era la chiesa di santa Reparata). Fu infatti il comune di Firenze che pagò le spese della cerimonia: un fatto incredibile per un’epoca in cui gli artisti erano considerati dei semplici artigiani. 

Attività

VERBI, PRESENTE INDICATIVO

Livello elementare

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