26 Ottobre 2025
hapax

Ci sono parole che racchiudono un concetto così intenso che ti viene voglia di entrare sempre più in profondità, per vedere quanto è grande, dove si tocca in questo oceano di significati.

Una di queste è “hapax”: parola o espressione che ricorre una sola volta in un testo, in un gruppo di testi o nell’intera documentazione di cui si dispone per una lingua (dal vocabolario Treccani).

Quindi un hapax (dal greco hapax legomenon) è una parola che è stata scritta o documentata una sola volta. È possibilie fare riferimento a un hapax di un preciso autore o di un’opera specifica. Ma quello che mi affascina di più è un hapax che faccia riferimento ad un’intera lingua, cioè che per esempio sia stato usato in italiano una sola volta nella storia della lingua. 

Uno dei più famosi in italiano è “ramogna”, usato da Dante Alighieri nel Purgatorio della sua Divina Commedia: 

Così a sé e noi buona ramogna
quell’ombre orando, andavan sotto ’l pondo,
simile a quel che talvolta si sogna,
disparmente angosciate tutte a tondo
e lasse su per la prima cornice,
purgando la caligine del mondo.

Sono secoli che i linguisti cercano di dare un significato certo a questa parola: atto di purificazione, buon augurio, nutrimento spirituale, ecc… Non riescono a mettersi d’accordo. 

Quello che più affascina è quindi l’unicità, il mistero e la suggestione che caratterizzano queste parole. L’hapax nasconde in sé un concetto tanto chiaro quanto inafferrabile fino in fondo, perché io posso inventare una parola, però questo non significa che questa sia un hapax. Anzi, è possibile che entri di diritto nel dizionario della mia lingua. Un esempio recente è la parola petaloso: nel 2016 un bambino di 8 anni durante un esercizio sugli aggettivi scrive che un fiore è petaloso e la maestra, colpita dalla creatività e dall’inaspettata riuscita di questa creazione, ha scritto all’Accademia della Crusca per un’opinione e l’Accademia ha definito questo termine “bello e chiaro”. D’altronde se esiste la parola peloso, o coraggioso, perché non aggiungere il suffisso -oso al sostantivo petalo?

Dal 2018 questa parola figura tra i neologismi dell’anno del vocabolario Treccani. 

Inoltre viviamo un’epoca in cui inventiamo parole in continuazione, italianizzando parole inglesi (“possiamo briffare alle 17:00?”) o adattando la lingua ai nuovi concetti che emergono nella società (“sempre più adolescenti soffrono di eco-ansia”). Neologismi, ma non hapax.

Quindi un hapax concentra tutta la sua forza nell’essere unico, irripetibile e irriproducibile. Però questo ugualmente lo condanna alla solitudine dell’incomprensione, all’oblio e alla polvere dei vecchi libri di linguistica. Però non è questa la caratteristica delle migliori opere d’arte? Che altro è un capolavoro se non un essere unico, irripetibile e molte volte difficile da capire? Quanto si è scritto sull’inafferrabile sorriso della Gioconda? Abbiamo dato risposte plausibili, ipotetiche, possibili, ma mai certe. Eppure non possiamo fare a meno di esserne affascinati. Perché non sempre apprezzare significa capire. A volte anche solo godere di un qualcosa che non afferro, ma si presenta davanti a me nella sua unicità e bellezza, vale il viaggio (fisico o mentale che sia). 

L’hapax ci dice che si può essere unici, incompresi e dimenticati, ma non per questo meno affascinanti ed interessanti.