6 Ottobre 2025
battiato

“Sono un musicista, diciamo, prestato al pop, ne sono convinto. Non è che il palcoscenico sia veramente il mio luogo, lo faccio, senza tagliarmi le vene, ma quando sono a casa mia, mai mi viene voglia, il desiderio di andare in giro e cantare.” Questa è una dichiarazione di Franco Battiato, musicista e cantautore, in un’intervista. Sono parole che possono sorprendere, in quanto Battiato ha dedicato alla musica cinquanta e più anni della sua vita, ma se si conosce il percorso della sua carriera artistica, la sua dichiarazione si può comprendere meglio.

Una carriera artistica iniziata con un viaggio dal suo piccolo paese siciliano in direzione di Milano con pochissimi soldi e una chitarra. Una carriera caratterizzata da successi e crisi esistenziali. La prima crisi a Milano dopo cinque, sei anni, nonostante il successo delle sue canzoni di protesta e d’amore: “Mi sentivo completamente a disagio, avevo seri dubbi sul fatto che la via che avevo imboccato fosse davvero quella giusta.” Si dedica dunque alla meditazione e allo studio della mistica orientale. Ottiene di nuovo un buon successo con la musica sperimentale ed elettronica. Nuova crisi: “Mi ricordo che stavo sempre male, “tra color che son sospesi”. Non appartenevo a niente e a nessuno, vedevo il cielo di carta e la natura di plastica. Torna per alcuni anni nella sua amata Sicilia.

In questi anni di riflessione Battiato recupera un equilibrio esistenziale, si avvicina alla musica classica e ritrova i valori della canzone tradizionale. Però la trasformazione avviene senza compromessi, senza seguire la moda del momento. Parlando del pubblico di allora, dice: “Non ho cantato il loro mondo, ho cantato il mio mondo con il loro linguaggio, usando la cornice della ‘canzonetta’. Volevo vendere, non svendermi”. Ad alcuni giornalisti dichiara che non è difficile scrivere canzoni di successo e allora i giornalisti lo sfidano a scriverle. E Battiato: Accettai la scommessa e incisi L’era del cinghiale bianco. Avevo ragione io: vendetti 150 mila copie.”

Il successo di Battiato è clamoroso. L’album “La voce del padrone”, uscito nel 1981, è il primo album in Italia che supera il milione di copie vendute. Finalmente l’artista sembra aver trovato il mezzo espressivo giusto per comunicare il suo mondo interiore al grande pubblico. È un mondo interiore che fonde in maniera originalissima i suoi studi, la sua vasta cultura musicale, la sua spiritualità, la sua ironia e la sua capacità di vedere il mondo da prospettive non comuni. Le parole delle sue canzoni sono capaci di evocare suggestioni e immagini anche di mondi lontani ed esotici.

Il grande successo di pubblico ed essere diventato una star della musica pop non interrompono la sua voglia di sperimentare e cercare nuovi mezzi espressivi. Si concentra sulla musica classica e trova grande soddisfazione nella scrittura di quella che lui chiama “l’altra musica”, la composizione classica. Anche qui il successo non manca. Viene addirittura invitato da Papa Giovanni Paolo II a presentare in Vaticano la sua opera di musica mistica “Oceano di silenzio”.

La sete di conoscenza e di esperienze di Battiato è inesauribile. Dipinge ed espone quadri che ricevono un’ottima accoglienza della critica, gira i videoclip dei suoi dischi e firma anche la regia di alcuni film. Un artista che non ha mai accettato compromessi, neanche con sé stesso.

Un consiglio per ascoltare le canzoni di Battiato: abbandonarsi all’ascolto, godersi l’intreccio di musica e parole anche quando sono parole inconsuete per una canzone e sedersi come per iniziare un viaggio. Si potrà godere l’atmosfera di una via di San Pietroburgo: “L’inverno con la mia generazione/Le donne curve sui telai vicine alle finestre. /Un giorno sulla prospettiva Nevski per caso vi incontrai Igor Stravinsky” (Prospettiva Nevski); la struggente tenerezza di una canzone d’amore: “Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, /dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, /dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, /dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.” (La cura); la tagliente ironia e la feroce satira sociale: “C’è chi si mette degli occhiali da sole/Per avere più carisma e sintomatico mistero. (Bandiera bianca); il suo grido di dolore nel vedere le condizioni della sua patria: “Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere/ di gente infame, che non sa cos’è il pudore,” (Povera patria).

Sarà un’esperienza indimenticabile. Buon viaggio.


Video musicale consigliato: “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato (1981)