
Mi chiamo Biancaneve e abito da lungo tempo in una graziosa e spaziosa casa nel bosco.
Sono ospite di una strana famiglia composta da sette fratelli, tutti di età differente. Sono stati molto gentili e generosi ad ospitarmi in un periodo molto difficile della mia vita.
Tutti e sette i fratelli lavorano nello stesso posto ed escono e rientrano in casa la sera allo stesso orario.
Non sono una persona ingrata e per ripagare la generosità di chi mi ospita mi dedico alla cura della casa e preparo i pasti per tutti.
La giornata comincia con la sveglia. Una corsa generale verso i bagni e poi tutti in cucina a consumare la colazione che trovano in tavola già pronta. Lavorano tutti lontano e devono portarsi da mangiare per il giorno. Questo significa che io devo alzarmi all’alba per preparargli il pranzo che si portano al lavoro.
Quando sono tutti usciti la casa è tranquilla e silenziosa. Fuori. Dentro sembra che sia passato un uragano dappertutto: la cucina sottosopra, le camere da letto in un disordine indescrivibile e i bagni… meglio non descriverli.
E passo le ore a pulire, asciugare, lavare, mettere in ordine e, tutta affannata, mi accorgo che è quasi ora di cena e devo correre in cucina per preparare da mangiare.
Arrivano tutti insieme, stanchi, sporchi e affamati. Divorano rumorosamente tutto quello che ho preparato e, dopo aver bevuto come spugne, cantano canzoncine che loro credono spiritose e anche se sono stanca morta devo cantare e ballare con loro altrimenti si offendono. Ovviamente nessuno alza mai un dito per aiutarmi.
Ogni giorno uguale all’altro. Mi sembra di essere un elettrodomestico che parla e cammina.
Non ne posso più. Non posso continuare questa vita. Basta!
Ho preparato la mia valigia. Me ne vado. Gli lascio questa lettera sul tavolo.
Scrivi tu la lettera che Biancaneve lascia sul tavolo. Ci farà piacere ricevere il tuo scritto su info@italianomagazine.it oppure cliccando su Contatti in alto a destra usando il form.
Pubblicheremo alcune delle lettere arrivate entro il 15 agosto.