17 Settembre 2025
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Un’agenzia dell’Onu prevede che entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale abiterà in grandi città.

Un’agenzia dell’Onu prevede che entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale abiterà in grandi città.

Studi di questo tipo hanno dato vita ad una visione futuristica del nostro pianeta caratterizzata da campagne deserte e megalopoli immense, con decine di milioni di abitanti.

Ma ci sono studiosi e urbanisti che non condividono questa visione, almeno non in modo totale.

Secondo Elena Granata, urbanista e docente al politecnico di Milano il fenomeno sociale delle piccole e medie città non è stato sufficientemente studiato. Ed è un’affermazione che fa riferimento all’intera popolazione mondiale. L’urbanista afferma che se si considera che circa un terzo della popolazione mondiale vive nelle città intermedie, cioè con abitanti che oscillano tra i 250 mila e il milione, e se a questo dato si sommano gli abitanti dei piccoli e piccolissimi centri, allora si possono sviluppare riflessioni e visioni e politiche che vanno in direzioni diverse.

Un dato italiano. 

Bologna, Bolzano, Trento, Verona, Trieste, Udine, Aosta, Parma, Cagliari, Pordenone.

Sono le prime dieci città nella classifica 2020 delle città italiane con il livello più alto di qualità della vita.

La statistica prende in considerazione: la ricchezza e i consumi, l’ambiente e i servizi, giustizia e sicurezza, affari e lavoro, demografia e società, cultura e tempo libero. 

La più popolosa è Bologna con circa 395mila abitanti, la più piccola Aosta con 33mila.

In Italia, dunque, nelle piccole e medie città si vive meglio. Non è una novità.

Certamente anche le piccole e medie città hanno i loro problemi. Basta fare due esempi: la rete di comunicazione ferroviaria non è omogenea in tutta Italia e i centri che hanno come fonte di ricchezza l’agricoltura, settore della economia ancora non al livello di altri paesi europei, hanno periodicamente momenti di crisi.

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“Fuga dalla città” è l’espressione per indicare la volontà degli abitanti delle grandi città di trasferirsi in campagna, perché stanchi della vita cittadina, frenetica, costosa e poco salutare. Il fenomeno esiste, ma è ancora di dimensioni modeste e comunque è difficile immaginare un grande esodo verso la campagna.

Il problema è dunque complesso, ma le piccole e medie città italiane possono essere un valido modello per realizzare quella sintesi necessaria per godere dei vantaggi di una vita con comodità e servizi simili alla grande città, ma senza stress e smog.

Le opinioni degli urbanisti sono tante e spesso divergono. Ma su una cosa concordano tutti: evitare a tutti i costi la crescita esagerata delle città.

Secondo l’urbanista Granata la situazione attuale dovrebbe spingere ad agire ed adottare politiche che favoriscano le città intermedie, che per le loro caratteristiche tengono insieme la questione rurale e la questione urbana. D’altronde le città intermedie costituiscono l’ossatura, la struttura portante del nostro paese.

Il modello è davanti i nostri occhi. Sono quelle piccole e medie che hanno saputo realizzare la sintesi virtuosa tanto desiderata.

 Da secoli.

Attività 1 & 2

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