
Abbiamo ricevuto un messaggio dalla casa editrice Battaglia․ Ci segnala l’uscita di un libro, scritto da un loro autore․ Si tratta di un italiano che insegna latino in una high school negli Stati Uniti․
L’autore si chiama Michele di Mauro e il titolo del libro è “Hey sembra l’America”․ Nel messaggio l’editore ci ha informati che lo scrittore sarebbe stato disponibile per un’intervista․
La lettera ha suscitato la nostra curiosità․ Nel corso della nostra carriera alla Dilit abbiamo conosciuto centinaia di insegnanti di italiano per stranieri, ma mai un insegnante italiano che insegna latino a stranieri․ Ci siamo resi disponibili per l’intervista e abbiamo inviato qualche domanda․
Ecco l’intervista a Michele di Mauro․
- Per quale ragione insegna latino negli Stati Uniti e non in Italia?
A dire il vero ho anche insegnato in Italia per una decina di anni italiano e latino, poi avendo il doppio passaporto ho deciso di rimettermi in gioco e provare una nuova esperienza di insegnamento in un contesto completamente nuovo e da qui l’idea di trasferirmi negli States․
- Chi sono gli studenti a cui insegna?
Teenagers come tanti, ragazzi che frequentano una scuola equiparabile a quella di un liceo italiano․ A parte parlare inglese invece che italiano, posso dire dopo quasi dieci anni che tra i teenagers americani e quelli italiani ci sono molti, moltissimi punti in comune – a parte forse i gusti per il cibo, ritengo che molti cibi e bevande che bevono i ragazzi americani in Italia verrebbero snobbati dai ragazzi italiani -․
- Cosa l’ha spinta a scrivere un libro che riguarda la sua esperienza di insegnante?
Il piacere di raccontare il piacere di insegnare e di passare del tempo con i ragazzi, e con esso la voglia di restituire dignità ad una professione che troppo spesso viene vista in modo pressappochista dalla società․ Mi piaceva inoltre sfatare qualche mito sulla scuola e la cultura americana raccontandola da un punto di vista unico e privilegiato come può essere quello di un insegnante italiano emigrato nella pancia degli Stati Uniti․
- Ci può raccontare un episodio, un aneddoto contenuto nel libro che possa incuriosire i suoi potenziali lettori?
Il primo giorno di scuola, mentre facevo l’appello si presenta in classe un alunno con dieci minuti abbondanti di ritardo․ Io lo fisso esterrefatto perché indossa un pigiama di flanella․ Quando gli faccio presente che forse qualcosa non va, lui si scusa e prende dalla tasca del pigiama la nota di ritardo․ Ecco, sono questi i racconti surreali che restituiscono un’immagine della scuola americana così diversa dalla nostra․
- Rimarrà negli Stati Uniti o prevede un rientro in Italia?
Proprio in questi giorni ho finalizzato la vendita del mio appartamento in Lombardia; l’ho tenuto per dieci anni e in un certo senso quello era il mio legame con l’Italia, come un salvacondotto nel caso avessi deciso di fare ritorno․ Oggi, a distanza di dieci anni posso però dire che il mio è stato un viaggio di sola andata e che l’Italia sarà solo un piacevole luogo di vacanza ma non un punto di ritorno stabile․
Per maggiori informazioni, ecco il link dell’editore: https://www.battagliaedizioni.com/libro/hey-sembra-l-america/