15 Ottobre 2025
CA23

Donatello e le uova rotte

Nel 1408 Donatello finisce una delle sue opere più famose: il Crocifisso di Santa Croce a Firenze. Quando soddisfatto del proprio lavoro chiama il suo amico Brunelleschi, è ansioso di sapere che ne pensa il grande scultore e architetto. Appena visto il crocifisso, però, il giudizio di Brunelleschi non è quello che Donatello sperava. Infatti gli dice che non sembra Cristo, ma che ha messo in croce un contadino. Donatello, arrabbiato e deluso, risponde all’amico che se è così bravo a giudicare, che ne facesse lui uno di crocifisso. Brunelleschi tornò a casa pensieroso, e si mise al lavoro. Tempo dopo, mandò a chiamare Donatello dicendogli di andare insieme prima al Mercato Vecchio a fare della spesa e dopo di passare per il suo studio a mangiare qualcosa. Così fecero, e quando Donatello entrò nello studio dell’amico vide il Crocifisso che Brunelleschi aveva appena realizzato. Tanto fu lo stupore che, racconta Vasari, “cascatogli l’uova, il formaggio e l’altre robe tutte, si versò e fracassò ogni cosa”. Tutto quello che aveva comprato al mercato cadde a terra, rompendo tutto, spargendo tutta la spesa per terra, tanta era la meraviglia di fronte alla scultura dell’amico. Seguendo il racconto, si dice che Donatello abbia incassato la sconfitta, ammettendo con Brunelleschi “a te è conceduto fare i Cristi, et a me i contadini”. Ancora oggi possiamo ammirare questo Crocifisso a Santa Maria Novella, sempre a Firenze. La voglia di superarsi, una sana rivalità e un’amicizia sincera ci hanno regalato due opere fondamentali del Rinascimento italiano, dandoci l’opportunità non solo di ammirare due interpretazioni diverse di uno stesso soggetto, ma anche di immaginare la vita quotidiana degli artisti fiorentini dell’epoca.