
NATALIA GINZBURG
Un altro bellissimo ritratto di Ernesto Ferrero, in questo brano tratto dal suo libro “Album di famiglia. Maestri del Novecento ritratti dal vivo”.
Scriveva a mano, su grandi fogli e quaderni, con una calligrafia infantile, rotonda, sempre sul punto di deragliare. A otto anni aveva già imbastito una sorta di commedia in cui riportava i modi di dire della sua pittoresca famiglia: l’iracondo professore con la mania della montagna, dello yogurt fatto in casa e delle docce fredde la mattina; la madre garrula e canterina (sorella di Drusilla Tanzi, la ‘Mosca’ moglie di Montale), tre fratelli più anziani, tutti presi dalle loro passioni per il calcio, la politica e le donne, e una sorella fascinosa, corteggiata da Giacomino Debenedetti, che malgrado gli austeri costumi di casa sognava una vita di gran dama, e la raggiungerà sposando Adriano Olivetti.
Come sopravvivere in una famiglia così ingombrante? Un’imbranata timida e somara. In famiglia la chiamano Maria Temporala per i bronci e le malinconie, è considerata un impiastro perché non è né sportiva né studiosa e ha paura di andare a scuola da sola. Odia la ginnastica e non ha nemmeno la divisa da piccola italiana. Dalla sua nicchia di emarginata, la piccola musona guarda, osserva, registra. Ha un talento speciale per cogliere le bugie degli adulti, il non detto che sta dietro le ipocrisie. Non vuole diventare un adulto che mente. Farà della verità il suo stile di vita e letteratura. Coltiva dentro di sé l’orgoglio di essere speciale, la vergogna di non essere come tutti. Vuole scrivere come un uomo, detesta l’appiccicume delle scritture umide di sentimenti che ignorano il distacco e l’ironia. Basta l’evidenza dei fatti, la sostanza delle cose, che non mentono mai.
Video consigliato: