15 Ottobre 2025
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Molti comici che si esibiscono dal vivo, in inglese stand-up comedians, dicono che non importa se migliaia di persone in un teatro ridono alle loro battute: se vedono che c’è una sola persona – magari in prima fila – che non ride, il loro focus sarà inevitabilmente catturato da quella persona imbronciata. “Perché non ride?”, “Come posso averla offesa?”, “Le starò antipatico?”, tutte domande che anche se non scalfiscono la corazza dei comici più navigati, spesso distraggono e prendono immeritatamente spazio nella loro testa.

Allo stesso modo, quando uno studente d’italiano legge un testo italiano che riesce a decifrare in larga parte, se all’improvviso incontra qualche parola totalmente sconosciuta, la sensazione di non essere all’altezza di quel testo potrebbe prendere il sopravvento.

In entrambi i casi, il comico e lo studente percepiscono uno stress che potremmo definire fuorviante. Infatti, entrambe le esperienze sono esperienze di successo: il comico ha fatto ridere la stragrande maggioranza dei presenti, così come lo studente ha capito gran parte del contenuto del testo. 

Così come in un’attività di lettura o ascolto è necessario concentrarsi sui contenuti che si è riusciti a capire, invece di tormentarsi oltremodo su ciò che non si è colto, anche quando si desidera valutare i propri progressi nella padronanza della lingua italiana è importante avere una prospettiva non distorta dall’ambizione di essere più bravi.

Ecco quindi alcune domande da porsi e degli accorgimenti che possono aiutarvi ad analizzare più razionalmente la situazione:

  • Se studiate italiano da molto tempo, provate a trovare vecchi libri, testi, esercizi o audio che avete usato durante il vostro studio almeno un anno fa, o più anni fa. Leggete, ascoltate, calatevi di nuovo nell’esperienza di recepire la lingua italiana. Ancora meglio se ritrovate del materiale che vi aveva messo in difficoltà. Osservate la struttura del testo, delle frasi, e le forme. Sono ancora oggi altrettanto problematiche?

  • Se avete iniziato a studiare italiano da poco, fate un piccolo viaggio con la memoria, e tornate alla vostra prima esperienza in cui avete parlato italiano con una persona italiana. Quali sensazioni provavate in quei momenti? Che grado di complessità avevano le vostre frasi? Le vostre sensazioni mentre parlavate e le strutture delle vostre frasi sono oggi uguali a quelle prime volte?

  • Torniamo al presente: da oggi potete iniziare a creare “istantanee” della vostra competenza attuale, scrivendo brevi testi o registrando audio sul vostro telefono. Continuando a realizzare a intervalli regolari queste produzioni scritte e orali, potrete in futuro rileggervi o riascoltarvi e valutare la vostra fluenza, la vostra capacità di formulare frasi più o meno complesse e paragonare il tutto al vostro futuro livello.

  • Infine, rimanendo nel presente, il consiglio che considero più importante: cercate in ogni modo di avere conversazioni in italiano. Giorno dopo giorno, parlando dei temi più disparati, vi troverete in situazioni comunicative in cui non vi eravate mai trovati prima. Parlerete per la prima volta di qualcosa di nuovo. Da quel momento, avrete affrontato per la prima volta un argomento in più, e ogni volta che dovrete affrontare di nuovo una conversazione su quel tema, sarà ripetizione, pratica, perfezionamento.

Se vi ritroverete quindi un giorno davanti ad una novità linguistica, e la frustrazione comincerà a prendere il sopravvento, ricordate che un giorno lontano era difficile anche pronunciare correttamente “Piacere, io sono… sono di… e studio italiano”.
Sapete perché non è più difficile dirlo oggi? Perché il vostro italiano è migliorato. Complimenti, continuate così!