Gli italiani e gli animali domestici✍
In Italia, considerando piccoli pesci, cani, gatti, uccelli e piccoli mammiferi e rettili, il numero degli animali domestici è superiore al numero degli italiani.
Un dato numerico che offre la possibilità di conoscere meglio un aspetto della realtà quotidiana di milioni di famiglie.
Tanto per restare in ambito numerico, un dato economico: “Il Sole 24ore”, storico quotidiano economico e finanziario italiano, in un articolo di maggio 2023, scrive che “…nel 2022 i generi alimentari per cani e gatti hanno sviluppato un giro d’affari di 2,7 miliardi di euro”.
Avere e prendersi cura di un animale domestico, come un cane o un gatto, implica una spesa non indifferente sia per l’alimentazione che per le cure mediche. Una spesa che viene ampiamente ripagata, come sa perfettamente chi ha un cane o un gatto in casa. La compagnia di un animale domestico è un prezioso antidoto contro la solitudine se una persona vive sola, ma anche in nuclei famigliari più numerosi la presenza di un animale domestico aiuta a combattere eventuali depressioni e ansie. I bambini poi sono quelli che più di tutti instaurano un legame profondo con questi compagni di giochi, relazioni che hanno un effetto molto importante per la crescita e lo sviluppo dei piccoli.
Durante il periodo del Covid, quando si viveva in isolamento, il numero degli animali domestici è aumentato moltissimo nelle case degli italiani. Ma dopo l’epidemia si è registrato un preoccupante aumento del numero degli abbandoni, in parte dovuto all’affievolirsi di quello spirito animalista che l’isolamento aveva incrementato, ma probabilmente la vera ragione è di natura economica: il mantenimento di un cane o di un gatto non rientrava più nelle possibilità economiche di tutte le famiglie. Purtroppo non tutti gli abbandoni sono presso i canili o i gattili, luoghi adibiti alla cura di animali senza padroni, ma a volte anche nelle strade, mettendo in pericolo la vita degli stessi animali e delle persone. Esiste in Italia una legge che protegge gli animali cosiddetti randagi (la legge li definisce “liberi”…), ma molto spesso la sorte di questi animali dipende dalla generosità di persone che volontariamente se ne occupano. Come le gattare, persone, perlopiù donne, che sfamano i gatti che vivono nella strada. L’immagine stereotipata della gattara, presenza fissa in molti quartieri, è quella di un’anziana signora, che quotidianamente porta da mangiare a colonie di gatti randagi. Ma è uno stereotipo che sta sempre più cambiando, specialmente dopo una legge che protegge “i gatti che vivono in libertà” (da notare che non si usa l’aggettivo “randagio”). Gli strumenti per mettere in pratica la legge non funzionano bene ed ecco che la figura della “gattara” assume un ruolo sociale diverso e più apprezzato.
L’amore degli italiani verso gli animali domestici è indirettamente dimostrato dall’Istat, l’Istituto Italiano di Statistica. L’Istat verifica periodicamente il livello di inflazione nell’economia del paese. Per fare questo deve monitorare i prezzi di una serie di merci e prodotti rappresentativi dei consumi degli italiani. Ebbene in questa lista di prodotti, chiamata “paniere”, è inserito anche il trasportino, quella gabbietta che permette di trasportare in sicurezza e con tranquillità gatti o cani di piccola taglia. Dunque un prodotto di vasto consumo che interessa le tasche di un grande numero di persone.
In linea con la tendenza degli altri paesi europei, il gatto vince la concorrenza del cane nelle preferenze degli italiani. Entrambi comunque sono praticamente ritenuti membri della famiglia.
Ha fatto rumore una dichiarazione di Papa Francesco, che parlando di “inverno demografico” in Italia, cioè il pauroso calo delle nascite nel nostro paese, non ha mancato di sottolineare bruscamente che spesso “cani e gatti occupano il posto dei figli”. In parte le statistiche confermano le parole del Papa: nelle zone in Italia dove il tasso di natalità (numero di nascite) è più basso, la presenza di animali domestici è più alta. E viceversa. Ma il problema demografico italiano è un argomento complesso e i gattini e i cagnolini che spopolano sui social possono stare tranquilli e non soffrire di sensi di colpa.
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