A casa✍

Un astronauta italiano, parlando della sua esperienza come membro di una missione nello spazio a cui partecipavano colleghi di diverse nazionalità, ad un certo punto ricorda che il comandante della missione, iniziando la manovra di ritorno sulla Terra disse: “Ok ragazzi, torniamo a casa”.

A cosa avrà pensato ogni singolo componente dell’equipaggio ascoltando la parola “casa”?

Alla terra, alla sua nazione, alla sua città, alla sua abitazione, alla sua famiglia?

Anche se per pochi secondi, al di là delle differenti nazionalità, lingue, culture ed esperienze, ogni singolo componente di quel gruppo di umani che da diversi giorni girava intorno alla terra avrà avvertito una sensazione, anzi un grumo di sensazioni e immagini che definivano non solo uno spazio fisico (pareti, stanze, ecc.), ma includevano certamente anche voci, volti, affetti, ricordi, emozioni.

Se chiediamo ad un italiano che cos’è per lui casa, la risposta spesso è “tutto”.

La casa, e il lavoro, sono stati sempre due elementi inamovibili nella visione della nostra vita. Inamovibili nel senso che cambiare casa e cambiare lavoro non costituivano normali fasi evolutive delle vicende personali, ma segnavano spesso situazioni difficili e scelte indesiderate.

Certamente ora la situazione è cambiata e l’idea di trasferirsi non è più vissuta con lo stesso animo pesante di qualche tempo fa. Specialmente per i giovani. La globalità porta fra i suoi effetti anche la magnifica visione di “abitare il mondo”.

Ma torniamo alla risposta, molto italiana, “la casa è tutto”.

Se chiedessimo ad un italiano di specificare meglio, di spiegare con precisione quali sono gli elementi che costituiscono il suo personale concetto di casa, avrebbe sicuramente qualche difficoltà a darci una risposta soddisfacente. Qualsiasi specificazione o elenco dettagliato di elementi che costituiscono il concetto personale di casa sarà sempre parziale, difficile verbalizzare tutto quello che c’è nel suo cuore.

La parola casa è un po’ come la borsa di Mary Poppins : un contenitore straordinario, capace di racchiudere una quantità infinita di oggetti concreti e una stratificazione immensa di sensazioni, ricordi ed emozioni che sono relativi alla sua interiorità, alle sue relazioni intime.

La casa è dove, al sicuro e protetti, ritroviamo il nostro benessere fisico e psichico. Assaporiamo la nostra libertà e il nostro silenzio se ci piace la solitudine. Oppure coltiviamo le nostre relazioni intime se abbiamo un partner e magari dei figli.

Tale affermazione potrebbe sembrare assolutamente falsa per chi invece vive situazioni difficili, per chi sente quel luogo come una prigione o peggio un incubo. Ma queste situazioni orribili sono una conferma di quanto detto in precedenza: non è “casa” se, una volta chiusa la porta alle nostre spalle, non si ritrovano quelle particolari relazioni di conforto, di intimità, di benessere e di affetto che fanno diventare quello spazio una “casa”.

Il miglior complimento che possiamo fare a chi ci ha fatto passare una bella serata a casa sua è: “Grazie, mi sono sentito come a casa”. 

E.T. l'extra-terrestre - Wikipedia

(foto da Wikipedia)

E l’idea di casa oltrepassa anche i confini terrestri. Nel film ET di Spielberg, il simpatico extraterrestre per comunicare il suo desiderio di ritornare nel suo pianeta dice: “Telefono…casa”.

Chissà se atterrando a casa mia, cioè in Italia, ET avrebbe espresso il suo nostalgico desiderio di tornare a casa. Mi piace pensare che avrebbe fatto venire qui i suoi, almeno per una vacanza.

Attività

FRASI IDIOMATICHE

Livello intermedio

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